DA BARSI di Albino Galvano

DA BARSI DA BARSI La prima maniera di Albino Galvano ALBINO Galvano prima maniera, o quasi. In rassegna da Pietro Barsi 23 oli, tutti messi all'onor del mondo e firmati da un Galvano ancora figurativo fra il 1928 e il 1943: nature morte, nudi femminili e quattro paesaggi. Vi emerge un far pittura profondamente attento, da principio, alla grande lezione del maestro Casorati. Ma anche, dagli Anni Trenta in poi, la voglia del pittore-critico-filosofo Galvano (che ha oggi 82 anni compiuti) di ritagliarsi spazi personali. Le perfette «architetture musicali» di casoratiana memoria si sfaldano, dunque, sotto i colpi di pennellate sempre meno attente e precise. Più divertite a raccontare le ragioni del cuore, che nona testimoniare le regole canoniche dello stile. La nascita di Galvano-pittore è perfettamente documentata in mostra da quattro nature morte eseguite fra il '28 ed il '31 (una per anno). Da «La colazione» a «Il calco» (passando per «Natura morta con frutta» del '29 e «Ciotola e bricco» del '30), egli compie, sotto la direzione fin troppo ravvicinata di Casorati, autentici passi da gigante. Dopo un periodo intermedio da buon «novecentista» (con poetici paesaggi e nudi dalle sagome ampie e classicheggiami alla Funi), impugna tratti e colori più vibranti, di sapore espressionistico. Dieci anni dopo con Bilione, Parisot e Scroppo, Galvano aderisce all'astrattismo (o concretismo) del MAC. In nome di «quel paradiso provvisorio della bellezza», che non ha confini e per il quale è forse lecito giocarsi perfino «la salvezza uell'anima». Gianni Milani Albino Galvano, Opere dal 1928 al 1943, galleria Accademia, via Accademia Albertina 3/E, fino al 20 luglio, orario 1012,30 e 16-19,30; chiuso domenica e lunedì. Un dipinto diAlbino Galvano A sinistra un'opera di Katsutomi