Cataloghi da vedere

Cataloghi da vedere Cataloghi da vedere trebbe — essere significativa anche per gli stessi africani, che si preparano adesso a costruire a Lagos il loro primo museo d'arte. Il pezzo più straordinario, il grande tamburo Yangerè, in legno, a forma di toro, che sembra disegnato dal vento, va — ad esempio —ben oltre ogni citazione, ogni collegamento, ed è diOcile,— e forse non necessario — dare un nome al suo creatore: che è un «maestro» si vede. Il catalogo, edito da Artificio, che ha curato anche l'allestimento con la collaborazione dell'architetto Paolo Fiori, è uno strumento vivissimo per la comprensione del rapporto intercorso tra gli europei e gli africani. Attraverso i saggi di Bassani, Salvi e Luigi Baldacci si possono rivivere gli scandalosi — e purtroppo consueti — giudizi che uomini anche di grande intelletto come Hegel o Baudelaire, hanno dato dei popoli africani. Ci piace segnalare due eccezioni: Montaigne; che distingueva fra «sauvage» e «barbare», sostenendo che il primo aggettivo era sinonimo di «naturel» e il lucchese Carlo Piaggia, che viaggiò nelle regioni dell'Afilla centrale tra il 1856 e il 1881, e scrisse: «Il selvaggio non differisce in niente al di là della razza umana; il selvaggio cresce in selve come in case l'uomo domestico». Lela Gatteschi GINÀRIO Fiissli: «Cortigiana»

Persone citate: Bassani, Baudelaire, Carlo Piaggia, Hegel, Lela Gatteschi, Luigi Baldacci, Paolo Fiori, Salvi

Luoghi citati: Lagos