Un'orgia tra i negri

Un'orgia tra i negri Un'orgia tra i negri Avolte, dai locali della mensa militare, in paese, si levano delle grida: risse o canti dei legionari I che fanno baldoria. ... Qui, nel «Villaggio negro», si spengono gli ultimi rumori. La luna piena versa fiotti di luce azzurra sulle case di fango grigio, sulle vie deserte e sulla duna vicina che sembra trasparente. Dalla porta di un piccolo caffè moro, rimasta semiaperta, un raggio di luce rossa scivola sulla sabbia, fino al muro di fronte. Suoni tumultuosi — suono di tam-tam e canti — escono da quel tugurio imbiancato a calce. 10 e il negro Saadoun entriamo. ... Bisogna attraversare la saletta, grande come una cella, poi penetrare nel cortile, attraverso un buco appena praticabile. In mezzo ai detriti, nel chiarore diffuso che scende dall'alto, si agita un gruppo di donne. Due vecchie, accovacciate nel buio, battono il tamburello e cantano, nel loro incomprensibile idioma, una nenia strascicata, interrotta da una specie di ansito selvaggio, di rantolo roco, intermittente. Altre tre negre ballano. Una di loro è giovane e bella. 11 suo corpo agile e slanciato si contorce, ondeggia e si piega all'indietro lentamente, con fremiti simulati, mentre le braccia tornite, sode, accennano un amplesso appassionato. Allora la negra rovescia la testa, socchiude i grandi occhi fulvi, mentre un sorriso languido le dischiude le labbra sullo smalto candido dei denti. Riflessi argentei serpeggiano sulle pieghe rigide della lunga tunica celeste che le ondeggia intorno alle spalle come grandi ali vaporose. Pesanti gioielli d'argento tintinnano in cadenza. A volte, quando batte le palme delle mani, i braccialetti si urtano con un rumore di catene. Altre donne, sfiorite, con maschere di mummie, agitano veli rosso sangue sui corpi appesantiti. ... Davanti, seduti lungo il muro, gli uomini guardano la danza delle prostitute negre, che, come un rito portato dalla patria sudanese, si ripete ogni mese nel plenilunio... Girano le pipe di hashish. A poco a poco, con il tè alla menta piperita, con il fumo profumato, l'odore dei corpi, la musica e l'aria soffocante della stanza, una ventata di demenza sembra sfiorare la fronte gron¬ dante dei negri. Vengono scossi da sussulti convulsi. Ad un tratto, il bel sudanese che suonava il tamburello sembra colto da un accesso di furore e lancia con tutte le forze il «bendir» sulle tre punte del bruci apro fumo: la pelle sottile si spacca. Allora i negri scoppiano a ridere e lacerano con rabbia lo strumento. E lo zufolo piange... Esco, con la testa in fiamme. In cortile, le donne hanno acceso un fuoco di palme secche che illumina di un chiarore brutale i loro contorcimenti lascivi. I gomiti appoggiati al «burnous», lo «spahi» contempla la sua amante sempre più ondeggiante ed eccitata via via che l'ora avanza. Dal tugurio buio esala una sensualità violenta, esasperata fino alla follia, che finisce per ♦diventare estremamente conturbante. ... Fuori tutto tace, tutto sogna e riposa, nel chiarore freddo della luna. Isabelle Eberhardt A Kenadsa le condizioni di salute di Isabelle peggiorano ancora: è minata dalla febbre che non le dà tregua. Si Brahim la convince a ritornare a Aiin-Sefra, dove potranno curarla. La reclusione l'esaspera e contro il parere dei medici lascia l'ospedale e raggiunge il suo compagno. Poche ore dopo, nella tragedia di Ai'n-Sefra, Isabelle trova la morte. L'atto di decesso ad Ain-Sefra L'anno 1904 e questo giorno 25 ottobre, alle undici del mattino, davanti a me, Designy Charles, capitano... facente funzione di ufficiale di stato civile, sono comparsi Bourqui Jules, segretario, e Orsini Jean Martin, segretario di stato maggiore..., i quali hanno dichiarato che il 12 ottobre, alle ore undici del mattino, è deceduta isabelle-Marie- Wilhelmine Eberhardt, coniugata con Ehnni Seliman..., nata a Ginevra, di anni 27, di... (in bianco) e di... (in >* bianco). Dopo esserci assicurati del decesso, abbiamo redatto il presente atto che, letto ai comparenti, è stato da essi e da noi firmato.

Persone citate: Dalla, Eberhardt, Isabelle Eberhardt, Jean Martin, Orsini

Luoghi citati: Ain-sefra, Ginevra