ISABELLA D'ARABIA

ISABELLA D'ARABA ISABELLA D'ARABA In lettere e diari le avventure della Eberhardt ISABELLE-WilhelmineMarie Eberhardt era nata il 17 febbraio 1877 nel quartiere delle Grotte a Ginevra. Sua madre, Nathalie Eberhardt de Moerder, russa, d'origine ebraico-tedesca, vedova d'un generale zarista, aveva lasciato il Paese in compagnia del precettore, un pope spretato discepolo di Bakunin, attirato più dalla vodka che dalle buone maniere. Molti dubbi adombrarono la paternità di Isabelle, cui venne dato il cognome materno. Francoise d'Eaubonne, autrice nel 1968 d'una biografia un pò fantasiosa della Eberhardt, avanzò l'ipotesi che Isabelle fosse addirittura figlia del poeta Rimbaud. A vent'anni lasciò la Svizzera con la madre e si stabilì in Alge¬ ria. Vestiva da uomo, frequentava caffè e moschee, destando scandalo nella comunità coloniale francese. Scandalo ancor maggiore suscitò la sua conversione alla religione di Maometto. Morta la madre, e trasferitasi a Tunisi, si abbandonò a ritiri mistici, oltre che al kif (marijuana) e all'alcol. Si faceva chiamare Si Mahmud. Nell'oasi di ElOued avvenne il suo incontro con Siimene Ehni, brigadiere degli spahis e Isabelle se ne innamorò. Espulsa dal Paese, Isabelle si rifugiò a Marsiglia dove, più tardi, venne raggiunta da Siimene che la sposò secondo la legge. Divenuta così cittadina francese, fece ritorno in Algeria, riprendendo i suoi travestimenti e le sue disordinate scorribande nel deserto. Per guadagnarsi da vivere, scriveva qualche reportage e faceva delle piccole collaborazioni con alcuni giornali locali. Poi, nel 1903, fece la conoscenza di Liautey, incaricato di rappacificare le colonie, e lavorò per lui. Mal ridotta dalla malaria, erosa dalla sifilide, scarnita, senza più voce e completamente sdentata, Isabelle, per rimettersi in forze, prese in affitto una capanna ai bordi di un borro in secca e lì, la notte del 20 ottobre 1904, un improvviso, violento temporale provocò uno spaventoso torrente di fango, che travolse il «gourbi» della disgraziata ginevrina. Isabelle aveva solo 27 anni. L'opera letteraria di Isabelle Eberhardt' è stata ricostituita pezzo per pezzo, foglio per foglio. Oltre al già citato «Les chercheurs d'oubli» (Savelli ne ha pubblicata una traduzione italiana nel 1981), la bibliografia della Eberhardt comprende: «Dans l'ombre chaude de l'Islam» (1906), «Notes de rOUte» (1908), «Pages d'Islam» (1920), «Trimardier», romanzo (1922), «Mes Journaiiers» (1923), «Contes et paysages» (1925) e «Au pays des sables» (1944). In Italia, fra pochi giorni, la Guanda pubblicherà della Eberhardt «Sette anni nella vita di una donna» (pp. 25,0 L. 26.000), una raccolta di lettere e diari, curata da Eglal Errerà che ricostruisce un breve e intenso periodo della sua vita. In anteprima ne pubblichiamo alcuni brani. Rolando Jotti

Luoghi citati: Algeria, Ginevra, Italia, Marsiglia, Svizzera, Tunisi