IL PIFFERAIO DELLA TV RUBA FANTASIA AI BAMBINI di Tilde Giani Gallino

IL PIFFERAIO DELLA TV RUBA FANTASIA AI BAMBINI Parliamone IL PIFFERAIO DELLA TV RUBA FANTASIA AI BAMBINI ORREVA ad Hameln l'anno di grazia 1284 e là città era infestata dai topi. Un pifferaio magico si presentò al Borgomastro e gli offrì di liberare la città da quella peste. E in effetti, suonando il suo piffero, condusse tutti i topi fuòri dalla città. Poi ritornò per chiedere il compenso convenuto. Ma poiché questo non gli venne corrisposto, il pifferaio magico incominciò a suonare di nuovo il suo piffero, questa volta rivolgendo la sua musica dolcissima ai bambini della città. '. E tutti i bambini, affascinati dal suono dello strumento, e dall'immagine del pifferaio di Hameln, che lentamente si allontanava dalla città, lo seguirono scomparendo con lui nella caverna di una montagna. E di loro non si seppe più nulla. Perché riprendere oggi questa fiaba (che forse non è affatto una fiaba poiché si narra che davvero nel 1284 i bambini se ne andarono dalla città di Hameln e non vi fecero mai più ritorno)? Perché il rapporto dei bambini di oggi con la televisione, ricorda per molti versi quello dei bambini di Hameln con il pifferaio. Gli elementi che agiscono sui bambini cioè l'«immagine», il «suono», il «movimento», sono gli stessi. Oggi come allora i bambini guardano affascinati le immagini davanti a loro, e se esse sono accompagnate dal suono e da un movimento rapido, il loro richiamo e il potere incantatore ne vengono ingigantiti. Ma c'è dell'altro. La fiaba narra ancora che i cittadini di Hameln avevano, a) sottovalutato i poteri del pifferaio, b) abbandonato i loro bambini a se stessi. Tutti presi dai loro commerci e dai loro affari, o intenti a divertirsi, non si curavano più dei piccoli, che crescevano come potevano, ed erano disponibili a cadere fra le braccia del primo pifferaio* di passaggio. Lo stesso accade oggi da noi. Entraroh'' : tenitori, presi dal loro lav oro o Ja attività più divertenti che occuparsi dei bambini, delegano completamente o quasi l'educazione alla scuola, cioè a persone pagate per educare. E quando i bambini sono a casa, anziché giocare con loro, raccontargli le fiabe, fargli conoscere la natura (senza stancarli con inutili e lunghe gite al mare), li lasciano trascorrere ore e ore davanti alla televisione (una recente indagine del Censis riferisce che tre milioni di bambini guardano il video anche dopo le 20,30). E laddove si crea un vuoto di potere, o di interesse, è inevitabile che subentri qualcuno o qualcosa che in qualche modo colma tali vuoti: la televisione può riempire la vita di un bambino più di quanto non lo faccia la sua mamma o il suo papà. Non sappiamo che cosa accadde ai bambini di Hameln nella caverna della montagna. Forse — in quella specie di utero materno che è la grotta nella montagna — stanno ancora ascoltando il pifferaio meraviglioso. Ma sarebbe bene che i genitori di oggi si rendessero conto che tanto più un bambino fruisce delle immagini altrui (soprattutto quelle della TV), tanto meno crea immagini proprie. Ed è un peccato per lui, perché i bambini sono grandi produttori di immagini, e perché la creatività non si inventa più-quando si diventa grandi, bisogna imparare da piccoli, giocando con la propria fantasia, sotto la guida attenta degli adulti. Tilde Giani Gallino

Luoghi citati: Hameln