Messe nere in Val Bormida

Messe nere in Val Bormida Tre inquisiti: per corruzione, profanazioni di tombe e di cadaveri Messe nere in Val Bormida Riti macabri in casa per parlare con i morti SAVONA. Parti di scheletri umani trafugate dalle tombe, messe nere, ricerca di contatti con spiriti dei congiunti morti, tramite ossa umane poste al centro di un tavolo trasformato in altare, riunioni notturne nei cimiteri. E' l'allucinante descrizione di fatti tratti non da libri dell'orrore, ma del fascicolo processuale che stamane sarà all'esame dei giudici del tribunale di Savona. La vicenda riguarda la Valle Bormida, in particolare Carcare e Dego, ed è affiorata soltanto ora dal rigido riserbo in cui era stata avvolta. Tre i nomi in copertina: Pietro Porro, 54 anni, di Dego, via Costalunga 16, custòde del cimitero di Carcare; Clementina Petrone, 44, ex titolare del «Discount», supermaket della Valle Bormida, e Attilio Loddi, 40, entrambi di Carcare, grandi cerimonieri-delie sedute spiritiche e «sacerdoti» di messe nere. Per Pietro Porro l'accusa è di «sottrazione di cadavere in concorso con Clementina Petrone, e abuso e violazione di atti d'ufficio»: dizione giuridica che si traduce in saccheggio di tomba per procurare resti umani. Attilio Loddi è imputato di tentata corruzione. Avrebbe offerto una cospicua somma alla custode del cimitero di Carcare per tre teschi da usare nelle sedute spiritiche che si sarebbero svolte in casa sua, in quella della Petrone ed altrove. Fra i partecipanti alle sedute, anche la sorella di Clementina Petrone, Mari-i Vincenza, convivente del Loddi, Claudia Molinai! e la figlia sedicenne, all'epoca dei fatti, Maria Sheila. Allucinante l'esperienza di questa ragazza condotta, secondo l'accusa, in compagnia di «sacerdoti» e fedeli delle messe nere nel cimitero di Dego a notte fonda. Qui, a mezzanotte, Attilio Loddi avrebbe favorito, attraverso riti, il contatto dei pre¬ senti con gli spiriti dei congiunti defunti. Un'esperienza scoperta solo dopo molto tempo dai carabinieri di Carcare. Il comandante, Renato Zeppa, iniziò a sorvegliare discretamente il «Discount» dove venne recapitata a Clementina Petrone la tibia di un uomo, sottratta, secondo l'accusa, ad opera di Piero Porro da una tomba del cimitero di Carcare. Era avvolta da giornali e la Petrone la nascose in ufficio. Il macabro pacco sarebbe stato aperto dalla sorella, Maria. Pochi giorni dopo una telefonata ci Attilio Loddi: «Restituisci quell'osso perché lo spirito della persona cui appartiene non vuole metterci in contatto con chi desideriamo». Poi, la richiesta al custode del cimitero di Carcare di tre teschi, la scoperta dei «templi» neri e l'identificazione di «sacerdoti» e fedeli. Bruno Balbo