Rischio di strage sul fondo marino

Rischio di strage sul fondo marino Il tappeto di muciUagini nell'Alto Adriatico si spezza, ma resta uh incubo che riemerge con il sole Rischio di strage sul fondo marino E qualcuno pensa già a bacini artificiali sulle spiagge RIMINI. Il «tappeto», quell'enorme e spesso «tappeto» di mucillagini e con dimensioni impressionanti che ha interessato dal 7 luglio l'alto Adriatico si è solo sfilacciato, spezzandosi in mille blocchi, diluendosi nel mare, scomparendo sul fondo, ma è sempre presente. Anzi, se il maltempo e il mare mosso di venerdì e sabato avevano fatto ben sperare per la sua definitiva scomparsa, è bastato il sole di ieri per farlo in gualche misura riemergere. E' tanta infatti la gelatina presente sul fondo prodotta dalle diatomee che, afferma Edmo Nanni, presidente della Cooperativa Bagnini di Rimini, «ci vorrebbe un mare forza 7 per farla scomparire». Ed ha ragione, perché le mucillagini «fioriscono» a mezzogiorno, come ci siamo resi conto ieri andando a Fano in motoscafo. Mentre all'andata infatti la situazione sembrava normale, vedendo solo qua e là i segni di questo materiale gelatinoso, al ritorno la loro presenza è stata costante. Ma se le mucillagini che hanno fatto rimanere ieri lontano dal bagno la gran parte dei turisti, nonostante il bel tempo e il caldo, incombono su questa costa, forse un altro pericolo è in agguato. «L'ossigeno sul fondo marino fino a diverse miglia dalla costa è in fase critica — dice il direttore del Centro di Biologia marina di Fano, Corrado Piccinetti — e una morìa di pesci può arrivare fra pochi giorni se non cambiano le condizioni meteo-climatiche». Ecco allora spiegato il senso dell'esperimento effettuato ieri mattina a Fano da 50 barche e che illustriamo qui a fianco. «L'azione concomitante di mucillagini, fioritura di altri tipi di alghe della specie delle dine-flagellate che colorano il mare in diversa maniera con una stratificazione di acqua che riduce la diffusione dell'ossigeno sono due cause concomitanti — aggiunge Piccinetti — che negli anni passati avevamo separatamente. Evidentemente un effetto accumulato sugli organismi porta anche dei tempi molto più rapidi dell'evolversi della situazione». Le conseguenze sul turismo di quello che sta succedendo saranno forse imprevedibili. Ne sanno qualcosa gli albergatori di questa «spiaggia d!Europa», alle prese con una raffica di disdette. Gli stessi tour operatore hanno inviato loro esperti per una ricognizione. Sabato sono partiti per Vienna due biologi austriaci mandati in Riviera dalla federazione degli agenti di viaggio del loro Paese. Entro domani consegneranno una loro relazione. I due, dopo aver prelevato e messo in un vasetto con formalina pesci e molluschi morti raccolti alla mattina sulle spiagge di Rimini, Bellaria e Cesenatico, hanno fatto anche un'immersione di 40 minuti a tre miglia dal porto di Bellaria, portando in superficie altri «reperti». «Il pesce —hanno affermato i due biologi prima della loro partenza —, non ancora morto, è boccheggiante e mucchi di mucillagini sono depositate sul fondo marino». A Cesenatico venerdì scoreo i due biologi sono saliti per tre volte all'ultimo piano del grattacielo e si sono accorti dell'avanzata delle alghe, che alle 16 riescono a superare le scogliere e arrivare a riva. Assieme ai biologi del battello oceanografico dell'Emilia Romagna «Daphne» cercano di capire il fenomeno. Sono poi ritornati sabato a Vienna, esterrefatti: «Ci vengono i brividi, l'ecosistema non è più in equilibrio». Nel frattempo a livello di operatori del settore la temperatura è molto alta. Venerdì un'infuocata assemblea degli albergatori di Rimini, che ha raccolto oltre mille operatori in un cinema, ha fatto presente il disagio della categoria e le proposte emerse sono state queste: le richieste al governo dello stato di calamità naturale e di un decreto che blocchi per due anni il pagamento delle tasse fino ad ipotizzare a interventi considerati decisivi pei- superare l'emergenza algale, come la costruzione di mega-piscine sulla spiaggia, una ogni due bagnini. E' una proposta che arriverà oggi sul tavolo del presidente della giunta regionale. «In tutte le località turistiche marine del mondo — afferma il presidente degli albergatori di Rimini, Mario Fabbri — esistono delle piscine sulla spiaggia. Basti pen¬ sare alle coste dell'Oceano. La mia proposta è di costruire grandi vasche da 50 metri per 40 di acqua salata che riproducano quasi alla perfezione il clima e la situazione marina». Se l'Associazione albergatori pensa alle piscine, un'anonima immobiliare tedesca, la «CF International», che sta facendo molto discutere in Riviera per la sua identità commerciale e le sue finalità, ha fatto circolare una lettera tra gli albergatori dicendosi disposta ad acquistare hotel, pensioni e appartamenti con denaro contante. Intanto però il professor Piccinetti avverte: «Se arriva la morìa di pesci la gente scapperà». Riccardo Fabbri Rimini. Ieri in alcuni punti dell'Adriatico le alghe sono state spinte al largo dalla mareggiata

Persone citate: Bellaria, Corrado Piccinetti, Edmo Nanni, Mario Fabbri, Piccinetti, Riccardo Fabbri