Equo canone: più 5,9% di P. F.

Equo canone: più 5,9% Sulla «Gazzetta ufficiale» l'aumento che scatta il 1° agosto Equo canone: più 5,9% In dieci anni fitti quasi triplicati ROMA. In attesa della riforma dell'equo canone scatterà dal 1° agosto prossimo l'aggiornamento Istat degli affitti, riproponendo le consuete polemiche sulla corretta applicazione della legge. Quest'anno vi è però una novità. Contrariamente a quanto è avvenuto in passato, i dati Istat sono stati resi noti con largo anticipo. Sono stati infatti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale di sabato, che sarà distribuita oggi in tutta Italia. Per ottenere l'aumento i proprietari dovranno, però, spedire agli inquilini entro il 31 luglio una raccomandata postale specificando l'ammontare del nuovo canone. Solo così gli inquilini dovranno pagare sin dal prossimo mese l'affitto aggiornato. Dal primo agosto le vecchie pigioni relative ad un appartamento destinato ad abitazione aumenteranno del 150,675 per cento rispetto al 1978. In pratica se 11 anni fa un inquilino pagava 100 mila lire mensili, da agosto dovrà versare una pigione di 250.675 lire, cioè 14.775 lire in più rispetto all'attuale fitto di 135 mila 900 lire. Per la massa dei contratti di locazione, cioè quelli stipulati prima dell'agosto 1978 e riguardanti unità immobiliari costruite prima del 31 dicembre 1975, il canone aumenterà così del 5,9 per cento (per la precisione 5,8940859%) rispetto ad oggi. L'Istat ha infatti calcolato che tra il giugno 1978 e il giugno 1989 si è registrata — ai fini dell'aggiornamento dell'equo canone degli alloggi — una variazione del 200,9 per cento, tenendo conto che è stato per legge «sterilizzato» l'incremento relativo al periodo giugno 1983-giugno 1984. Ma per legge l'aggiornamento del canone deve essere limitato al solo 75 per cento della variazione. Di conseguenza la percentuale applicabile corrisponde al 150, 675 per cento (pari, cioè, al 75 per cento di 200,9%). Poiché nel giugno 1988 la stessa percentuale era stata del 135,900% si è registrato un incremento della pigione del 5,9 per cento. Questi dati sono, però, contestati dall'Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari) secondo cui, in applicazione di una sentenza emessa dalla Cassazione nel 1986, la percentuale nel periodo giugno 1978-giugno 1989 sarebbe, invece, del 157, 2%. Dal 1° agosto l'attuale pigione dovrebbe quindi aumentare del 6,35 per cento, anziché del 5,9 per cento. Alcune associazioni di inquilini sostengono, invece, che si dovrebbe applicare il metodo della «variazione relativa» incrementando il canone dell'anno precedente con il 75 per cento dell'aumento del costo della vita. Dal 1° agosto dovrebbe quindi scattare un aumento del 5,25 per cento in più rispetto all'attuale pigione di luglio (pari ai tre quarti dell'aumento Istat del 7% registratosi nel periodo giugno 1988-giugno 1989). Ma questa tesi è stata respinta dalla Cassazione. Si tratta comunque di differenze di lieve entità per cui è sempre consigliabile un bonario accordo tra le parti. [p. f.]

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