L'esercito «buono» di Arafat di Gianni Bisio

L'esercito «buono» di Arafat Dopo la rinuncia al terrorismo, stanno nascendo reparti «regolari» dell'Olp L'esercito «buono» di Arafat Passo verso lo Stato palestinese indipendente Un altro passo di Yasser Arafat verso la normalizzazione per l'Olp, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Dopo la dichiarata rinuncia ai metodi del terrorismo, al posto dei 10 mila miliziani raccogliticci, sta nascendo un esercito regolare, forte di 3500 uomini, strutturato come una normale forza armata, con comandi, gerarchie e regolamenti. La base è nel Libano del Sud, a Miyeh Miyeh, un villaggio a Est del porto di Sidone. E' un altro mattone per quello Stato palestinese indipendente, che è il sogno di Arafat, e, nel medesimo tempo, è il preludio alla sparizione di quella congerie di bande armate e di piccole milizie locali che hanno operato finora, spesso foraggiate da diversi Paesi arabi, non sempre veri amici dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Ma è una rivoluzione di metodo difficile da portare avanti, perché molti dei combattenti resistono a questo progetto, non solo per ragioni ideologiche, ma perché temono di perdere il loro salario di miliziani, magro ma sicuro, un «soldo» che varia dai 40 ai 50 dollari al mese. Arafat, d'altra parte, ha fretta di mostrare, tanto alla comunità palestinese quanto all'opinione mondiale, sia di avere ancora in pugno il comando del popolo della Palestina, al contrario di quanto vorrebbe far credere, Israele, sia di avere davvero rinunciato alle disordinate tattiche guerrigliere dei miliziani. Gli ufficiali più alti in grado del nuovo esercito dell'Olp hanno studiato nelle accademie militari indiane, pachistane o dei Paesi del blocco orientale, alcuni hanno servito nell'esercito giordano. Ciò non di meno stanno preparandosi senza grande clamore nelle materie base: comando e controllo, tattica di reparto e addestramento in ordine chiuso. Il 19 maggio, dopo aver completato l'istruzione presso il campò pefrifugiati di Rashediyeh, prèsso Tiro, un primo gruppo di duecento uomini del neonato Esercito palestinese ha partecipato con successo ad una non meglio precisata esercitazione a fuoco. Nell'armata regolare di Arafat stanno confluendo tutti gli ufficiali che oggi servono presso le diverse fazioni, dal Fronte popolare di George Habbàsh, al Fronte democratico per la liberazione della Palestina di Naif Hawatme: se anche i leader delle due fazioni non sono mai stati teneri con Arafat per la sua «moderazione», non si oppongono al trasferimento degli ufficiali. Oggi il leader palestinese controlla 2 mila combattenti addestrati da ufficiali selezionati e circa 7500 miliziani volontari. Altre fazioni, comprese le due più importanti dello scacchiere mediorientale, guidate da Ahmed Jibril e Abu Nidal, due uomini considerati la quintessenza del terrorismo, hanno un migliaio di uomini militarmente addestrati e 2500 miliziani. La bilancia dell'armamento pende a favore del neonato Esercito palestinese, dotato oggi dei nuovi Kalashnikov Akm, più maneggevoli, di granate Energa anticorazza e antipersonali, di armi anticarro Rpg-7 modernizzate. Fra le dotazioni pesanti c'è l'antiaereo Zsu 23-4, mortai da 81 e 120 mm, cannoni senza rinculo da 106 mm, lanciarazzi multipli da 107 mm e missili antiaerei Sam-7 Strela a ricerca infrarossa del bersaglio. Inoltre i rapporti con la popolazione libanese sono migliorati da quando i palestinesi del neoesercito regolare non ostentano più le loro armi in pubblico, come facevano quando alcuni andavano a farele compere a bordo dei trasporti corazzati dotati di mitragliatrici antiaeree. Un'esibizionismo che creava malumori e incidenti. Le reazioni al neonato esercito palestinese non si sono fatte attendere. I due gruppi di Abu Nidal e Ahmed Jibril, foraggiati dalla Libia e vicini politicamente alla Siria, .hanno accolto i transfughi dall'armata di Arafat con paghe cinque volte superiori (200 dollari al mese invece dei quaranta dati dal Fatali). Ma non basta: il rappresentante personale di Arafat in Libano, Issam el-Lor, il 2 maggio è rimasto vittima di un attentato a Sidone. Un chiaro avvertimento. E c'è di più, perché la formazione del nuovo esercito palestinese, per contrasto, ha aumentato i legami che già esistevano fra i gruppi dissidenti di Nidal e Jibril e quelli filoiraniani degli Hezbollah, costituendo un'alleanza che arriva fino agli sciiti del movimento di Amai. Così il consiglio rivoluzionario e gli Hezbollah cooperano alla distribuzione degli ostaggi, dividendosi le zone di influenza, e facendo l'occhiolino anche ai Pasdaran iraniani. . Un aiuto insperato per gli uomini del Partito di Dio (Hezbollah) che si sono visti ridurre le operazioni con gli ostaggi dopo un accordo con l'esercito siriano, per non fare rapimenti di occidentali a Beirut Ovest, ed uno con gli sciiti di Amai, per non toccare il personale delle Nazioni unite e delle altre organizzazioni internazionali che operano in Libano. . Gianni Bisio Nel nuovo esercito non ci sarà più spazio per i bambini