I giudici contro la Cassazione

I giudici contro la Cassazione PALMI I giudici contro la Cassazione I magistrati della Procura e dell'Ufficio istruzione di Palmi si ribellano alla Cassazione. Hanno deciso di abbandonare una delle più importanti istruttorie svolte contro la 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro, dopo che la suprema Corte ha annullato 36 dei 40 mandati di cattura eseguiti contro gli affiliati alla cosca di Giuseppe Pesce. L'indagine era stata avviata in seguito alla confessione di un pentito, Salvatore Marasco, 26 anni, che aveva fatto luce su sei anni di traffici e sparatorie, dall'81 all'87, e fatto i nomi dei suoi ex compagni di cosca. Marasco aveva rivelato ai giudici che la cosca di Rosarno, con a capo Giuseppe Pesce, alleato dei Piromalli di Gioia Tauro, era dedita a estorsioni, rapine e traffico di stupefacenti. Così si era giunti all'arresto di quaranta tra le sessanta persone sospettate di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma la prima sezione della Cassazione, presieduta dal giudice Pasquale Molinaro, non ha creduto alle parole del pentito, le ha definite «squalificate» e ha annullato i provvedimenti di arresto. «Noi abbiamo controllato accuratamente le dichiarazioni di Marasco prima di agire — dicono i giudici di Palmi —. Abbiamo fatto riscontri e trovato prove che ritenevamo sufficienti. Ora però la suprema Corte ha rimesso in discussione tutto il nostro lavoro e i lunghi mesi di indagini».

Persone citate: Giuseppe Pesce, Marasco, Molinaro, Piromalli, Salvatore Marasco

Luoghi citati: Gioia Tauro, Palmi, Rosarno