Congresso Cisl plebiscito per Marini

Congresso Cisl, plebiscito per Marini Il segretario uscente raccoglie il 93,7% dei consensi, ma il patto con la sinistra scricchiola Congresso Cisl, plebiscito per Marini Sorpresa dai delegati: meno voti al numero due D Antoni ROMA DAL NOSTRO INVIATO A Marini segretario generale uscente della Cisl e sicuro leader per un altro mandato sono andati 2 milioni 886 mila preferenze, pari al 93,70 per cento dei votanti. Un plebiscito che, in termini politici, significa: Marini ci sta bene, e gli affidiamo con fiducia la guida della Cisl per i prossimi quattro anni. Non altrettanto lineare il risultato per i membri della segreteria uscente. Dietro le classifiche, infatti, c'è, come sempre, qualcosa che merita di essere rilevato. Il «patto politico» tra le due componenti principali della Cisl (i mariniani e la sinistra) prevedeva un «orientamento dei voti» grosso modo così definito: al secondo D'Antoni dovevano andare 2 milioni 500 mila voti (ne ha ottenuti solo 2 milioni 244 mila, cioè 250 mila in meno rispetto al pre¬ ventivato). Caviglioli (della sinistra) doveva essere terzo con 2 milioni 300 mila voti: invece è risultato quinto con 1 milione 783 mila voti e quindi ne avrebbe persi circa 500 mila. Al terzo posto si è piazzato Bentivogli (sinistra) con 1 milione 909 mila voti: il suo successo è attribuito in parte al massiccio consenso dei pensionati verso il dirigente che in Cisl si occupa delle politiche sociali. Quarto è risultato Biffi con 1 milione 857 mila voti. Il quinto posto, come abbiamo detto, è andato a Caviglioli. Il sesto al mariniano Trucchi con 1 milione 753 mila voti e il set-, timo a Borgomeo (mariniano con riserve su D'Antoni) che ha ottenuto 1 milione 749 mila voti e che a giudizio degli osservatori si è difeso molto bene rispetto alla fronda che sembrava spirare contro di lui da una parte dell'area mariniana. Tra i segretari confederali nenti ha scricchiolato parecchio. Nella Cisl, insomma, permane uno stato di fibrillazione sui futuri organigrammi del potere. D'Antoni «non è stato santificato» e la sua strada per arrivare ad essere il vice di Marini è accidentata. Anche se resta il candidato numero uno. Il patto, invece, ha funzionato per escludere i 18 che eccedevano rispetto ai 102 da eleggere: i bocciati dovevano essere metà della sinistra e metà dei marininiani e così è stato: nove e nove. Il nuovo consiglio generale, composto dai 102 membri eletti dai congressisti e dai 150 designati dalle regioni e dalle categorie, si riunirà il 26 per eleggere Marini segretario generale ed i segretari confederali. Quanto al segretario generale aggiunto, Marini ha chiesto tempo: se ne parlerà tra dicembre e gennaio. Sergio Devecchi uscenti il tonfo più pesante è stato quello di Bianchini (mariniano contrario a D'Antoni) che è scivolato al 40° posto con 1 milione 444 mila voti. Anche Alessandrini (vicino a Crea) è stato «tagliato» ed è finito al 18° posto con 1 milione 555 mila voti. Infine Gabaglio (sinistra) ha avuto 1 milione 527 mila voti e si è collocato al 22° posto. Per interpretare i risultati dei membri della segreteria uscente bisogna confrontarli con la scaletta orientativa che era stata compilata in base all'accordo tra mariniani e sinistra: al secondo D'Antoni (come abbiamo detto) dovevano andare 2 milioni 500 mila voti; il terzo avrebbe dovuto essere Caviglioli con 2 milioni 300 mila voti. Tutti gli altri segretari uscenti avrebbero dovuto avere 2 milioni 200 mila voti circa. Il confronto con i voti ottenuti in realtà dai vari segretari indica che il patto tra le compo¬

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