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L'esperto L'esperto Perché sotto il mare la vita sta scomparendo Gli albergatori protestano perché i turisti disertano le spiagge dell'Adriatico, i pescatori sono fuori di sé perche non possono immergere le reti in quel mare spaventosamente vischioso. Cosa dovrebbero dire allora i poveri pesci, crostacei, molluschi, vermi marini e compagni che si vedono condannati a una morte senza appello? Per loro,, in verità, le cose si mettono male. Queste benedette alghe microscopiche, nella loro moltiplicazione esplosiva (un fenomeno naturale che si è sempre verificato nei mari del mondo, ma è indubbiamente favorito dagli scarichi industriali e fognarii) sottraggono ossigeno all'ambiente. E continuano a sottraine anche quando si accumulano, ormai morte, in fondo al mare, per il degrado, cioè la putrefazione, della sostanza organica. Tutto questo fa sì che il contenuto in ossigeno dell'acqua si abbassi sino a valori incompatibili con la vita. Del resto, basta che le alghe, abbondanti come sono (ce ne sono state in certi casi addirittura 32 milioni per litro) si affollino sulle su- perfici branchiali dei pesci per impedir loro di respirare. In un modo o nell'altro, morte sicura per asfissia. Lo dimostra anche il fatto che se sperimentalmente si riporta in acque ossigenate un pesce sbattuto boccheggiante sulla riva,il moribondo resuscita di colpo e si allontana nuotando allegramente. Comunque, una sola cosa ci può consolare. Le alghe che stanno funestando l'estate in Adriatico, anche se hanno trasformato il mare in una immonda mucillagine non sono velenose. Sarebbe ben diverso se si trattase delle peridinee Gymnodinium breve, Goniaulmax catenella o Goniaulax tamarensis che hanno effetto paralizzante e talora mortale per l'uomo. Quando queste alghe si riproducono in maniera esplosiva come è successo più volte lungo le coste del Pacifico del Nordamerica, nel Mare del Nord e lungo le coste del Sudafrica, si verificano casi mortali anche per l'ingestione di molluschi bivalvi come i mitili. L'Adriatico è dunque un disastro, ma poteva anche andar peggio. li. 1. e]