Per ComH-Paribas oggi si deve decidere di Roberto IppolitoEmilio Pucci

Per ComH-Paribas oggi si deve decidere I consiglieri laici si schierano con la proposta di Prodi ma rimane il veto socialista (e Tincognita di Forlani) Per ComH-Paribas oggi si deve decidere Si stringono i tempi del polo tra limi e il Banco di Roma ROMA. Romano Prodi ha raccolto qualche voto in più. Il presidente dell'Ili questa volta potrebbe riuscire a realizzare lo scambio di azioni tra la Banca Commerciale Italiana e.la banca d'affari francese Paribas: il passaggio di quote è del 2 per cento. L'appuntamento decisivo è fissato per le 15 di oggi, quando tornerà a riunirsi a via Veneto il consiglio di amministrazione dell'ente. Si deciderà allora se dare via libera o lo stop all'operazione. Se Prodi ce la farà, i due istituti di credito si scambieranno anche un consigliere di amministrazione. Ma le insidie non mancano. La clamorosa bocciatura del 28 giugno scorso brucia ancora. Molti sono convinti che il piccolo passaggio di quote rappresenti un caso politico affrontato addirittura nelle trattative per il nuovo governo. E qualcuno avanza anche l'ipotesi che l'approvazione dell'Ili non sia sufficiente a concretizzare l'affare Comit-Paribas. I futuri ministri del Tesoro, del Commercio estero e delle Partecipazioni statali potrebbero non essere disponibili a dare l'autorizzazione. E' un rischio legato soprattutto alla posizione del psi, nettamente contrario allo scambio. Dice Franco Piro, vicepresidente dei deputati socialisti: «Vogliamo veder chiaro in una vicenda che pure sarebbe utile per l'internazionalizzazione del sistema creditizio. Quindi, non può essere fatta che d'intesa con l'imprenditoria pubblica e privata». Incalza Biagio Marzo, presidente della commissione bicamerale per le Partecipazioni statali: «E' un'operazione nata male e gestita peggio; c'è il rischio che preluda al tentativo di privatizzare la Comit». Ci sarà perciò, con ogni probabilità, battaglia grossa oggi pomeriggio all'Ili. L'ha preannunciata il rappresentante del psi in consiglio, Massimo Pini, il vincitore della precedente riunione. «Se Prodi è battuto anche questa seconda volta, è evidente che deve dimettersi», ha dichiarato in un'intervista a MF, aggiungendo che questo «matrimonio» non si deve fare: «è come se Romiti decidesse di scambiare il 2 per cento della Fiat con la Toyota senza avvertire Gianni Agnelli. Le banche Iri non sono delle public company, ma istituti controllati dallo Stato. Vedo in tutto questo il tentativo del grande capitale privato di impadronirsi delle banche Ili nell'assoluto silenzio di Prodi e dei vertici operativi». Ma, rispetto al 28 giugno, Pini ha perso qualche alleato. Dovrebbero votare" a favore del progetto di Prodi e del presidente della Comit, Enrico Brogiotti (che riferirà alla Camera il 27 luglio), il socialdemocratico Bruno Corti e il liberale Sergio Trauner che si erano astenuti. «Il consiglio non votò contro — ricorda Corti — ma chie- se chiarimenti. Ora ci sono state date alcune garanzie, a cominciare dal fatto che la maggioranza della Commerciale resta in mano pubblica. Quindi, non siamo di fronte alla politica del carciofo, con la privatizzazione di un pezzetto per volta, ma ad un reale processo di integrazione internazionale». Nella conta dei voti, Prodi potrà fare affidamento anche sul rappresentante liberale. Beppe Pacchetti, responsabile economico del pli, assicura: «Siamo favorevoli all'accordo. Il consigliere Trauner aveva soltanto chiesto ulteriori chiarimenti visto che la documentazione era assolutamente insufficiente. Questi chiarimenti sono giunti e quindi darà il suo consenso». Nella nuova documentazione inviata ai consiglieri dell'Ili in vista della riunione di oggi vengono precisati diversi apspetti tecnici dell'operazione. In particolare, è garantito che non c'è alcun collegamento con il riscatto dei warrant (i pegni sulle azioni) per Paribas in scadenza a fine luglio. Pini aveva espresso il timore che l'accordo con la banca francese fosse stato concepito solo per tenere alto il valore delle azioni della Paribas. Lo scambio di azioni a fine giugno è stato bloccato da un'insolita allenza tra i socialisti e il polo laico. Ora invece Prodi è riuscito a ribaltare la situazione, riconquistando i laici. Ma non è chiaro fmo in fondo l'atteggiamento del suo partito, la democrazia cristiana. Le trattative degli ultimi giorni sarebbero state condotte direttamente dal vicesegretario Enzo Scotti. Il problema di fondo in casa de, con la gestione Forlani, è se fare o no uno sgarbo ai socialisti. Per di più, negli ambienti della maggioranza de si è valutata l'opportunità se fare un piacere a Prodi in vista del suo probabile avvicendaménto alla presidenza Iri. Un giallo che soltanto il voto di oggi potrà contribuire a svelare. La riunione del consiglio di amministrazione potrebbe rappresentare un ulteriore tassello del riassetto dell'intero sistema bancario italiano che ha avuto una forte accelerazione nelle ultime settimane. Oggi stesso verrà presentato in Parlamento l'accordo Bnl-Ina-Inps. Tra venerdì e sabato si realizzerà la fusione tra Ambrosiano e Banca cattolica del Veneto, mentre la scorsa settimana il San Paolo ha definito l'acquisizione del Crediop. L'Imi, infine, sta tentando di espandersi nel settore del credito ordinario. Ha avviato contatti da tempo per una quota nel Banco di Poma e ieri ha ripreso le trattative per mettere un piede nel Banco.di Napoli. Nel primo caso l'alleanza potrebbe coinvolgere la tedesca Commerzbank che ha già un accordo di collaborazione con il Banco di Roma. Roberto Ippolito Emilio Pucci UN LEADER PER OGNI PAESE TOTALE ATTIVO IN MILIARDI DI DOLLARI

Luoghi citati: Napoli, Roma, San Paolo