Nove miliardi per sognare

Nove miliardi per sognare Giancarlo Minardi, da pilota Mito a costruttore pieno di talento Nove miliardi per sognare Un piccolo team con 64 dipendenti SILVERSTONE DAL NOSTRO INVIATO Era destinato a fare il commerciante d'automobili. Invece è diventato un costruttore di Formula 1. Giancarlo Minardi, classe 1947, ragioniere, nato a Faenza con un grande cuore romagnolo, sposato, una figlia di 14 anni, è stato il vero eroe del G. P. di Gran Bretagna. Non solo per U quinto e sesto posto conquistati dalle sue vetture pilotate da Pier Luigi Martini e Luis Sala o per il salvataggio in extremis (grazie ai tre punti ottenuti) dall'incubo delle prequalificazioni, ma perché il piccolo e parziale successo ha permesso di capire quanto sia benvoluta e stimata questa giovane squadra italiana. Tutti hanno voluto congratularsi con Minardi, da Bornie Ecclestone, gran padrone del Circus, all'ultimo meccanico della Zakspeed. Ed erano gioia e felicità espres¬ se da occhi brillanti. «Non sapevo più come ringraziare tutti — racconta Minardi —. Abbracciavo gli uomini della Pirelli ai quali va una parte del merito della nostra modesta impresa e venivo travolto da altri. Eravamo ubriachi senza aver bevuto. E non abbiamo neppure potuto festeggiare degnamente perché c'era il charter che ci aspettava per tornare a casa, subito, in quanto dovevamo rimetterci al lavoro. In ogni caso sì sa che da noi c'è sempre la possibilità di avere un piatto di tagliatelle, un pezzo di formaggio ed un bicchiere di vino». Non confondiamo tuttavia l'immagine dì ospitalità e simpatia della squadra romagnola con la sua professionalità. Minardi viene dalla gavetta e ha fatto le cose per bene. La famiglia, concessionari Fiat da sessantanni, ha sempre avuto il pallino dei motori. Il padre par- in esclusiva dei materiali compositi. Da artigiani a piccoli industriali. Il budget è di 9 miliardi e non basta mai. Avevamo trovato un soluzione tecnica straordinaria, provando una vettura in scala 1:1 in una speciale piscina, per i flussi aerodinamici. Ma costava 5-6 milioni all'ora e abbiamo dovuto. abbandonare». La caratteristica principale della Minardi è la sua quasi totale italianità, salvo il motore (Cosworth), un pilota, Sala, preso soprattutto per via degli sponsor e l'aerodinamico Nigel Coperwaithen. Direttore tecnico Aldo Costa, responsabile in pista Tommaso Carletti (ex Ferrari), preparazione vetture Gabriele Tardozi. «L'obiettivo — conclude Minardi — per quest'annuo è di entrare fra le prime dieci squadre del mondiale. Poi vedremo». E potrebbe anche essere una minaccia. (c. eh.] ticipò ad alcune Mille Miglia e realizzò anche una vettura Junior con un propulsore 6 cilindri in linea di 750 ce. «Io invece — dice senza falsi pudori il costruttore — sono un pilota mancato: kart, 500 gruppo 2, 850 e mi sono fermato. Non era il mio mestiere». E così si è messo a far correre gli altri. Debutto nel 1972 in F3, poi la F2, con buoni risultati, prima con telai altrui e poi progettati in proprio. Nel 1976 fu anche uno dei pochi ad avere una Formula 1, affidatagli privatamente da Enzo Ferrari per gareggiare nel G. P. dei Campioni a Brands Hatch. Alla guida era Giancarlo Martini, ritirato al primo giro. «Da allora abbiamo fatto molta strada. Nel 1985 abbiamo esordito in FI. Dna vita difficile la nostra, sempre alla ricerca di soldi per far quadrare il bilancio. Adesso abbiamo 52 persone che lavorano per noi, più 12 esterne che si occupano Il costruttore Giancarlo Minardi pilota solo per scherzo

Luoghi citati: Brands Hatch, Faenza, Gran Bretagna