La prevalenza del bidone di Curzio Maltese

La prevalenza del bidone Ecologia calcistica, ogni anno aumentano le «scorie» prodotte dal campionato La prevalenza del bidone «Il mestiere del futuro? Riciclare lo straniero» Avviso ai naviganti: un pericoloso carico di stranieri si sta avvicinando alle coste del calcio italiano. Alcuni sono già sbarcati, altri ancora ne arriveranno da qui a Ferragosto. Sono volti senz.a nome, nomi senza volto; viaggiano in contenitori accuratamente sigillati da direttori sportivi e procuratori. «Esploderanno in autunno», assicurano. Mai come quest'anno i maestri della «soluzione sette per cento» — è la percentuale incassata da Caliendo, leader del settore — hanno sbizzarrito la loro spesso delusa, ma pur sempre festosa vocazione al rischio (altrui). La caccia scatenata tra foreste amazzoniche e aree «calde» ha fruttato, tra gli altri, il primo bulgaro del campionato italiano, Iliev del Bologna, il primo israeliano, Rosenthal dell'Udinese, già rispedito al mittente, e gli ultimi dei sudamericani. Ad esempio, il trio Gerson-Joao Paulo-Lorenzo, già immortalato al raduno del Bari con la (profetica?) maglia sponsorizzata «Sud Leasing». E gli anomini e omonimi Amarildo, Donizetti, Balbo, che non sono un fuoriclasse d'altri tempi, un musicista e un quadrumviro protofascista. Eccezione apparente, Klinsmann, ma è un affare vecchio di mesi. Come ci siamo ridotti in questo stato? Gli alibi al solito non mancano. 1) Il mercato degli italiani, chiacchiere a parte, è rimasto immobile. 2) Il fronte estero è stato condizionato dal- la vigilia mondiale. In vista di Italia '90 i tedeschi e le federazioni dell'Est, Urss e Romania in testa, hanno bloccato i visti di emigrazione. Costretti ad abbassare il tiro, schivando la concorrenza di altri grandi club latini, come il Barcellona e il Marsiglia, siamo giunti a questo elenco di 19 esotici nomi in cambio di 35 miliardi nostrani. Sono cifre parziali, in attesa di sfogliare sino in fondo le pagine gialle del mercato juventino, ma comunque inferiori a quelle dell'estate scorsa, quando furono importati 34 giocatori, valore 70 miliardi. Un fallimento. La metà del contingente non ha mai raggiunto il posto di titolare, scavalcati da ragazzini del vivaio. Il record spetta ad Aaltonen, che nel Bologna è riuscito a compiere percorso netto: un anno in panchina. In questi giorni, mentre arrivava il nuovo carico tra sventolar di cambiali e gridolini, il finlandese e altri 13 compagni di avventura sono ripartiti in sordina, piazzati con immane fatica. La prossima estate, facile profezia, la storia si ripeterà. La marea di rifiuti prodotti dal nostro campionato monta di anno in anno. Fino a soffocare i bilanci delle società. La follia di una estate pesa per gli anni a venire. «La regola non scritta— spiega un procuratore — è che il giocatore "ad alto rischio" deve chiedere il contratto più lungo possibile. E' un'assicurazione: l'Italia brucia in fretta. Ai campioni invece consiglio di legarsi per un solo anno e poi rivendersi al miglior offerente». Disfarsi delle scorie diventa così sempre più difficile. E si annuncia un nuovo mestiere: il rivenditore autorizzato di stranieri. La sua missione è quella di raccogliere e scaricare al largo i bidoni stranieri. Mauro Barnabei, pubblicitario, esperto di calcio estero, oggi consulente del Torino, non ha dubbi: «E! il mestiere del futuro. In altri settori il riciclaggio dei rifiuti è già un affare colossale. Nel calcio si comincia adesso. Le società sono disposte a tutto pur di disfarsi dello straniero, come l'anno prima erano pronte a far follie pur di ingaggiarlo. In genere finiscono per rispe¬ dirlo al mittente, rimettendoci palate di quattrini. Basterebbe un pizzico di fantasia e una buona conoscenza dei mercati emergenti per fare buoni affari». E allora perché nessuno lo fa? «Intanto la fantasia e la geografia non sono le materie forti dei mercanti italiani. Conoscono poco Olanda é Spagna, figuriamoci i paesi arabi, o il Giappone o la Turchia, tutte aree ideali per il riciclaggio. E poi i procuratori, da nuovi ricchi del calcio, non vogliono "sporcarsi le mani". C'è spazio per i giovani. Il lavoro non manca. Di campioni ne nascono pochi, ma calciatori da riciclare, stranieri e no, se ne trovano a decine». Non sempre per la verità gli scarti del nostro campionato sono bidoni, come si vede nella tabella. Ma, gioielli o fondi di bottiglia, l'importante era sbarazzarsene, ad ogni costo. C'è perfino chi ha pens> ito di comprare un'intera società all'estero, magari in Svizzei e di farne un deposito di scorie italiane. Qualcosa esiste "*à nella realtà. Si tratta del '^irol Innsbruck. Tre anni fa ha ricevuto in regalo dall'Inter il tedesco Hansi Muller, spesato di ingaggio (800 milioni), ora si appresta a ospitare l'argentino Claudio Borghi, capriccio da 5 miliardi di Silvio Berlusconi, da due anni in parcheggio itinerante, tra Ascoli e il Sudamerica, prigioniero di un sogno. Curzio Maltese I c,aud'° Borghi. L'argentino comprato dal Milan e mai utilizzato in Italia

Luoghi citati: Giappone, Innsbruck, Italia, Olanda, Romania, Spagna, Turchia, Urss