Usa scontro sulla mutua di E. St.

Usa, scontro sulla mutua Sono 37 milioni gli americani che non hanno l'assistenza medica Usa, scontro sulla mutua // senatore Edward Kennedy propone assicurazioni obbligatorie per tutti I repubblicani, contrari, promettono battaglia e invocano il veto di Bush WASHINGTON NOSTRO SERVIZIO Gli Stati Uniti stanno discutendo per la prima volta nella loro storia la possibilità di assicurare a tutti i lavoratori l'assistenza medica. Questo Paese, così invidiato nel mondo per la sua ricchezza, la prosperità e le opportunità che sa offrire, non dispone ancora di un sistema di assistenza medica che possa assicurare a tutti una copertura in caso di malattia o di incidente. I cittadini privi di assistenza sono attualmente 37 milioni, cioè circa il 15 per cento dell'intera popolazione. Una quantità enorme di gente che ogni giorno trema all'idea di ammalarsi o di subire un incidente, perché la conseguenza sarebbe non solo la pressoché sicura perdita del posto di lavoro, ma anche la necessità di pagare le enormi spese per curarsi, che vanno aumentando continuamente. Ora, il senatore Edward Kennedy si è fatto promotore di una legge che dovrebbe obbligare tutti i datori di lavoro a fornire l'assistenza medica ai propri dipendenti e l'altro giorno ha conseguito una prima vittoria, che però fa apparire il cammino della nuova legge estremamente difficile. La commissione Lavoro del Senato ha infatti approvato la proposta di Kennedy, ma lo ha fatto con un Voto «party-line», vale a dire con tutti i nove membri democratici della commissione in favore, e tutti i sette membri repubblicani contro. Se la situazione di netta spaccatura fra i due partiti si dovesse confermare nel prosieguo dell'azione, Kennedy avrebbe sicuramente la possibilità di vedere approvare la sua proposta dalla maggioranza democratica del Senato, ma di fronte ad un veto del presidente George Bush, considerato molto probabile, quella maggioranza non basterebbe più. I due terzi Per rovesciare un veto presidenziale è infatti necessaria l'adesione di due terzi dei senatori, mentre i democratici sono poco più della metà. Kennedy si è comunque detto molto soddisfatto del risultato ottenuto finora ed ha già annunciato che dopo le vacanze di agosto, mese in cui il Senato resterà chiuso, intraprenderà una paziente opera di «convincimento» dei suoi colleghi repubblicani, nella speranza di portarne un numero sufficiente dalla sua parte. La legge proposta da Kennedy prevede l'obbligatorietà dell'assistenza medica per tutti i lavoratori impiegati per almeno 17 ore e mezzo la settimana. II costo individuale è stato calcolato in 1619 dollari l'anno (2 milioni e 100 mila lire) di cui il 20 per cento a carico dello stesso lavoratore e l'80 per cento del datore di lavoro. I piccoli imprenditori, che di questa leg¬ ge sono naturalmente il bersaglio principale, hanno fatto presente la loro netta opposizione, dicendo che in questo modo i loro costi salirebbero di colpo e la conseguenza sarebbe la diminuzione dei posti di lavoro. Dello stesso avviso Elizabeth Dole, moglie del capo dei senatori repubblicani Robert Dole, nonché ministro del Lavoro. In una lettera distribuita ai membri della commissione Lavoro la signora Dole ha fatto presente che la legge proposta da Kennedy farebbe «aumentare significativamente il costo della manodopera» e finirebbe per «ridurre l'impiego, sia attraverso i licenziamenti che attraverso le mancate assunzioni». La risposta di Kennedy è che la sua legge prevede alcuni meccanismi di «addolcimento» dell'impatto che essa potrebbe avere per le piccole imprese. Fra questi, un sussidio iniziale per le aziende in reale difficoltà e un «periodo franco» di un massimo di cinque anni per le aziende molto piccole (cinque dipendenti o meno), affinché abbiano il tempo di prepararsi alla novità. Questa parte della legge proposta da Kennedy consentirebbe di assicurare finalmente l'assistenza medica ad almeno 23 milioni di lavoratori. Per i restanti 14 milioni, gente che non ha un lavoro stabile e che vive di occupazioni saltuarie e irregolari, in una situazione in cui sarebbe difficile individuare il datore di lavoro da obbligare a rispettare la legge, la proposta di Kennedy prevede un programma di sussidi assicurativi i cui costi dovrebbero venire ripartiti fra il governo federale e quelli dei singoli Stati. Per questa fascia di cittadini particolarmente sfortunati i tempi di realizzazione della novità sono previsti più lunghi: dovrebbero essere conclusi entro il Duemila. La tradizione La portata sociale di questa iniziativa è evidente. Ma c'è anche l'aspetto più direttamente politico che certo Kennedy non nega. I democratici americani, dopo gli otto anni di trionfo reaganiano e la sconfìtta subita ad opera di George Bush in una campagna elettorale in cui i temi sociali non hanno praticamente avuto diritto di cittadinanza, vogliono ritrovare se stessi, vogliono riscoprire la loro migliore tradizione, che è appunto quella dei diritti civili e della elevazione sociale dei meno favoriti. La battaglia che si apprestano a combattere sul tema dell'assistenza medica per tutti potrà anche risultare difficile dal punto di vista dei rapporti di forza nell'ambito delle istituzioni, ma promette di avere una forte ripercussione nella società americana. E di questo i democratici hanno estremo bisogno, [e. st.]

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