Polonia-Vaticano, anno zero
Polonia-Vaticano, anno zero VATICANO Ristabilite le relazioni diplomatiche interrotte da Varsavia nel '45 Polonia-Vaticano, anno zero Una Convenzione regolerà i rapporti CITTA' DEL VATICANO. La Polonia e la Santa Sede hanno ristabilito i rapporti diplomatici dopo una «rottura» durata quasi 45 anni: l'annuncio è stato dato ieri, contemporaneamente, a Varsavia e in Vaticano. La Polonia diventa così il primo Paese del blocco dell'Est (se si eccettua la Jugoslavia) ad avere un ambasciatore accreditato oltre il Portone di Bronzo. Fra i Paesi del socialismo reale, solo Cuba intratteneva rapporti diplomatici con la Santa .Sede. Non è escluso che in un futuro non lontano anche l'Ungheria intenda seguire la stessa strada. Le recenti aperture — fra cui l'invito al Papa a visitare il Paese e la revisione del processo al card. Mindszenty — rafforzano questa ipotesi. La mossa resa nota ieri era pronta da tempo: una commissione mista aveva lavorato negli ultimi diciotto mesi per mettere a punto la realizzazione di un progetto accarezzato da lungo tempo sia a Varsavia che a Roma. Restava un ostacolo: il Parlamento polacco non aveva approvato la nuova legge sulle relazione Stato-Chiesa, premessa alla piena normalizzazione dei rapporti fra i due poteri. Il 17 maggio scorso il Sejm promulgava il provvedimento, riparando — secondo il protavoce della Conferenza episcopale — «un'ingiustizia che durava da 35 anni». La legge prevede fra l'altro l'esistenza di scuole cattoliche, e riconosce alla Chiesa e alle organizzazioni che da essa dipendono uno «status» giuridico. Ma il clima, favorito dall'intenso lavoro del nunzio «itinerante» mous. Francesco Colasuonno, era già maturo, tanto che il 6 aprile scorso, cinque giorni dopo la firma degli accordi della Tavola rotonda, il Papa inviava al card. Glemp, primate, di Polonia, una lettera in cui si annunciava la disponibilità della Santa Sede ad inviare un rappresentante permanente a Varsavia. Due settimane fa il porporato ne rendeva noto il contenuto, facendo così capire che l'operazione di «riaggancio» diplomatico era ormai alla fase finale. Manca ancora la «Convenzione» (da parte polacca non si ama parlare di «Concordato») che deve regolare i rapporti fra i due Stati. Per il momento ci si baserà sul diritto internazionale; dopo la sua nomina, il nunzio a Varsavia collaborerà alla stesura finale del testo. Le relazioni diplomatiche vengono ristabilite — afferma un comunicato congiunto — in ossequio alla «nobile e centenaria tradizione» di rapporti fra Varsavia e il Vaticano. «Grande soddisfazione» ha espresso il portavoce del ministero degli Esteri polacco, Stefan Stamszewsky. La rottura avvenne nel 1945, quando il governo provvisorio di Varsavia denunciò il Concordato del 1925, accusando la Santa Sede di averne violato alcune norme durante l'occupazione nazista. Nel secondo dopoguerra fu protagonista di una ripresa di contatti (1967) l'allora mons. Agostino Casaroli, ora segretario di Stato. Marco Tosarti Il cardinale Agostino Gasarci i
Persone citate: Agostino Casaroli, Bronzo, Francesco Colasuonno, Glemp, Mindszenty, Stefan Stamszewsky
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