Safilo non è «montatura» di Francesco Manacorda

Safilo, non è «montatura» Business Week: un esempio del miracolo economico italiano Safilo, non è «montatura» Dai gelati agli occhiali 50 anni di successi MILANO. E' una storia aziendale che piace agli americani. Il settimanale Business Week in un'inchiesta sugli «emergenti» in tutta Europa ha scelto proprio lei per rappresentare il nostro Paese, scrivendo che «la Safilo è una di quelle industrie medie dedite all'esportazione che sono il motore del miracolo italiano». Ed in effetti i risultati brillanti della multinazionale della montatura sembrano confermare questa analisi: il fatturato dei primi sei mesi dell'89 supera i 128 miliardi, con. un aumento del 40 per cento sullo stesso periodo dello scorso anno, un ulteriore balzo in avanti, anche se il 18 per cento deriva dal consolidamento del fatturato dell'americana Optique du Monde. Eppure sono trascorsi poco più di cinquant'anni — era il 1934 — da quando papà Tabacchi decise di vendere le, tre ge¬ laterie che aveva a Varsavia per rilevare una fabbrica di montature per occhiali con una ventina di dipendenti a Pieve di Cadore. Oggi i suoi figli, Giuliano e Vittorio, che sono rispettivamente presidente e amministratore delegato della Salilo non possono che ringraziare il lungimirante genitore che abbandonò coppette e coni per dedicarsi alle montature. L'anno scorso hanno fatturato 178 miliardi, con un incremento del 14 per cento rispetto all'87, vendendo oltre 5 milioni di montature. A capo del gruppo sta la Safilo Spa che controlla la Safilo industrie, quattro stabilimenti in Italia. Sotto la holding stanno anche la Safilo America, la Optifashion, che commercializza i prodotti firmati, la Oxsol, che si occupa degli occhiali da sole e la Safilo International B.V. che controlla le società di sei commercializzazione in Paesi europei e negli Usa. Anche dal punto di vista geografico, quindi, là Safilo ha fatto tanta strada: da Pieve di Cadore, con una politica commerciale aggressiva, si è avventurata ih Europa, poi negli Usa ed ora va addirittura a disturbare i giapponesi a casa loro. Il successo si spiega anche con una spiccata vocazione tecnologica indispensabile in un prodotto più soggetto ad evoluzioni di quanto si potrebbe pensare. «Tre anni fa abbiamo introdotto il Cad-Cam, la progettazione e la produzione con l'ausilio del computer — dice Giuliano Tabacchi — e così possiamo avere standard di qualità alti anche su tirature di prodotto molto piccole». «Vede quéste cerniere — spiega Tabacchi tormentando le stanghette dei suoi .occhiali — sono le parti più complesse, quelle più soggette a sforzo, e nói le forniamo anche ai nostri nuovi partner, giapponesi, che produrranno occhiali Safilo by Nikon». Se la tecnologia gioca un ruolo importante nelle sorti del gruppo anche le mode hanno il loro peso. La fortuna degli occhiali griffati negli ultimi anni ha visto la Safilo tra i maggiori beneficiari, forte di una scuderia di nomi che va da Ferré a Gucci, dal cavallino rampante di Ferrari alle tinte pastello di Missoni. Nel dicembre scorso poi i Tabacchi hanno messo a segno un altro colpo grosso: i dieci milioni di dollari pagati per Optique du Monde gli permettono ora di utilizzare il marchio Polo-Ralph Lauren, sulle loro montature. "' In effetti l'azienda veneta ha saputo cogliere una fase del mercato in cui gli occhiali da mezzo correttivo o terapeutico, talvolta quasi uno strumento di tortura, sono diventati vezzo, moda, status symbol o addirittura investimento. E' il caso degli occhiali collezionati nel corso degli anni dal cantante pop Elton John. Proprio la Safilo se ne è aggiudicata 17 paia ad un'asta di Sotheby's pagandoli circa 50 mila dollari. Ora li manda in giro per il mondo in una mostra itinerante per fare diventare gli occhiali sempre più di moda. Francesco Manacorda Il ca .tante rock Elton John gran collezionista di occhiali storici

Persone citate: Elton John, Ferré, Giuliano Tabacchi, Gucci, Missoni, Ralph Lauren

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Milano, Pieve Di Cadore, Usa, Varsavia