Un respiro di speranza di Franco Giliberto

Un respiro di speranza Nell'ospedale San Matteo di Pavia migliora lentamente il piccolo nato dalla madre in còma Un respiro di speranza Andrea, primo segno che vuol vivere PAVIA DAL NOSTRO INVIATO «Ecco. Ha fatto un respiro di sua volontà». Andrea, il più piccolo e indifeso italiano di questa estate 1989, viene puntigliosamente osservato nella sua fantascientifica culla. Lo scrutano medici e infermieri del San Matteo di Pavia. Di sicuro c'è un fatto importante — il più importante — che tutti si augurano capiti: l'inizio della sua respirazione spontanea. Ora Andrea è intubato. La macchina che gli fornisce aria ricca d'ossigeno spinge quella miscela nei suoi polmoni al ritmo di quaranta impulsi ogni minuto. Il bimbo inspira forzatamente. Espira spontaneamente, ma per fisico automatismo. Di tanto in tanto però, fra quei quaranta impulsi artificiali, compare qualche cosa di suo. Un piccolo sussulto, la voglia di fare un respiro in più, il quarantunesimo. La voglia di vivere. «Eccp. Ne ha fatto uno di propria volontà», ripete la dott. Francesca Compiani. «Provaci ancora, Andrea». Ma è vietato commuoversi, suggerisce il professor Giorgio Rondino, che dirige la Patologia neonatale: «Non c'è tempo per le considerazioni strappalacrime. Ogni nostro atto, nei confronti di Andrea, non può che essere freddamente e razionalmente tecnico, scientifico, calcolatissimo. Poi, smesso il turno di lavoro, a casa si può an- che ricordarsi di lui con un po' più di dolcezza...». Andrea aveva compiuto da due giorni un mese di vita, quando sua madre, la signora Grazia Rolino, venerdì scorso è morta. La giovane donna non è riuscita a superare il coma in cui era piombata per un'emorragia cerebrale, e ha lasciato ad Andrea, nato con taglio cesareo alla ventiseiesima settimana di gestazione, il compito di rimanere affacciato alla Vita. Ora questo orfanello peso-piuma sembra tenace, per quel che la natura gli consente. «E' come se stesse salendo una lunga scalinata — dice il professor Rondino — camminando lentamente e faticosamente. Supera piano piano un gradino alla vòlta. Ma con il pericolo di cadere giù da un momento all'altro, perché questa scalinata non ha parapetti». Quanti e quali problemi ha? Una giornata attuale della vita di Andrea potrebbe essere annotata in una specie di «diario minimalista»? Giorgio Rondino, e il suo aiuto, Francesca Compiano, acconsentono. Dunque: Andrea spalanca gli occhi, a più riprese nel corso delle 24 ore, e sembra che si guardi attorno. Ma non distingue gran che, come tutti i neonati e i prematuri. Mostra di avvertire le luci intense, quando sono accese per un attimo, Se un medico gli appoggia lo stetoscopio al torace, fa un chiaro movimento di percezione. Muove di tanto in tanto braccia e gambe, gira il capo a destra e a sinistra, apre e chiude le dita. Quando è necessario aspirare qualche liquido, all'inizio della manovra, appena sente che il sondino gastrico gli viene appoggiato alle labbra, compie un pressoché impercettibile atto istintivo che somiglia alla suzione. A questo particolare, apparentemente insignificante, i medici danno grande importanza: subito dopo la respirazione autonoma, il succhiare sarà un altro grande traguardo che Andrea dovrà raggiungere. Si è già accennato al respiro. Ora la macchina fornisce 40 .impulsi al minuto, fra qualche settimana potrebbero bastarne la metà, e poi sempre meno, finché Andrea ce la farà da solo. Il piccolo è nutrito goccia a goccia per endovena da una pompa elettronica che gli instilla un fluido composto da glucosio, grassi, proteme, vitamine e sali minerali, pari a 120 calorie per chilo di peso corporeo. Il bimbo pesa un po' meno di un chilo è mezzo. In un mese fuori dal grembo materno ha acquistato 350 grammi: non c'è affatto da lamentarsi dicono i medici. In quantità, il fluido che Andrea assorbe dalla pompa elettronica è sui 150 millilitri, ovvero quanto tiene un normale bicchiere. Un gabbiano, un leprotto, uno scoiattolo, un colombo: più o meno, si procurano al giorno le stesse calorie di Andrea. Di tanto in tanto, almeno una volta la settimana, il bimbo riceve una trasfusione di sangue fresco, per contrastare la tendenza all'anemia, inevitabile in un esserino che, se fa fatica a respirare, non può produrre globuli rossi a sufficienza. Andrea ha buone capacità assimilative, gli si cambia assai spesso il pannolino. «Raccontati così, sembrano tutti avvenimenti di estrema semplicità», sorridono i medici. «Invece in un mese abbiamo passato i guai nostri: altalena continua. Quando sarà grande, glielo diremo ad Andrea che ci ha proprio fatto sudare». Franco Giliberto Il reparto di rianimazione neonatale del San Matteo dov'è ricoverato Andrea '

Persone citate: Francesca Compiani, Francesca Compiano, Giorgio Rondino, Grazia Rolino

Luoghi citati: Pavia