L'Occidente aiuterà Polonia e Ungheria, condanna per la Cina
«Grandi, non dimenticateci». Firmato Gorbaciov Alla vigilia della chiusura del summit, il Segretario generale scrive a Mitterrand: «Sostenete la mia perestrojka» «Grandi, non dimenticateci». Firmato Gorbaciov L'Occidente aiuterà Polonia e Ungheria, condanna per la Cina PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Il club dei Sette ha posto le basi della comune casa europea auspicata da Gorbaciov, il grande assente al.vertice del bicentenario della Rivoluzione francese, e il leader del Cremlino ne ha preso subito atto rivolgendo a Mitterrand, nella sua veste di presidente di turno del summit, un appello per l'assistenza e la collaborazione econòmiche dell'Occidente con l'Urss. All'esortazione di Bush ai Paesi comunisti affinché abbraccino la democrazia e il libero mercato, l'uomo che ha smantellato lo stalinismo al loro interno ha risposto con un'altra esortazióne «a un dialogo costruttivo» delle potenze industriali non solo sul disarmo ma anche sulla partizione della ricchezza c a l'Est europeo povero, i «Nelle prossime settimane», ha annunciato il documento politico dei Sette, «gli Usa, la Cee, il Giappone e gli altri Paesi interessati si incontreranno per concertare il loro appoggio alle riforme in Polonia: e in Ungheria», La Conferenza, ha aggiunto il segretario di Stato americano Baker, lancerà il «minipiano Marshall» per l'Europa dell'Est proposto da Bush, con la partecipazione dèlie organizzazioni economiche internazionali: «Per i polacchi», ha sottolineato Baker con una annotazione drammatica, «sono urgenti soprattutto gli aiuti alimentari». Nella sua lettera, inviata a Mitterrand prima della pubblicazione del comunicato, ma quando l'esito del.vertice dei Sette era ormai chiaro, Gorbaciov ha sottolineato che «il' destino della perestrojka è inscindibile dalla piena partecipazione dell'Urss all'economia mondiale». «L'accesso al mercato sovietico», prosegue Gorbaciov, «gioverebbe al resto del mondo... le chiedo di adoprarsi presso altre potenze industriali per stabilire contatti di esperti in tutti i settori economici... è importante trovare fin dall'inizio un linguaggio comune per soddisfare i reciproci bisogni dei nostri Paesi». La politica della mano tesa dei Sette verso l'Europa dell'Est era scontata: i giorni scorsi lo stesso Bush aveva elogiato a più riprese le leadership non solo polacca e ungherese ma anche sovietica, e il comunicato di ieri ha esortato l'Urss «a tradurre i cambiamenti politici in ulteriori misure concrete, in patria e all'estero», lasciando intravedere in questo caso aperture economiche anche a Mosca. Ma l'appello del leader del Cremlino ha colto le potenze industriali di sorpresa, dando al vertice una dimensione storica ancora maggiore di quella sperata da Bush. Dopo che il portavoce di Mitterrand l'ha resa pubblica, i Sette si sono consultati e hanno incaricato il Presidente francese di rispondere. Le prime reazioni sono state positive: «Siamo pronti al dialogo», ha detto Baker. In una conferenza stampa in cui non ha accennato all'appello di Gorbaciov, il segretario di Stato Baker ha svelato i retroscena della lunga marcia di Bush verso i Paesi comunisti riformati. Baker ha detto che la settimana scorsa il Presidente mandò ima lettera agli altri leader occidentali invitandoli a coordinare le loro' iniziative nell'Est europeo; che là proposta della conferenza sugli aiuti all'Ungheria e alla Polonia, forse già il mese prossimo, l'ha avanzata il cancelliere tedesco Kohl, ansioso di soccorrere «i polacchi che hanno fame»; e che esiste «totale armonia» sulla necessità di ridurre i tremendi débiti di Budapest e di Varsavia, mobilitando a loro favore anche il Fondo monetario e la Banca mondiale. «Le cifre e gli interventi» ha chiarito Baker «verranno definiti alla conferenza». In ossequio alla «dottrina Bush», che premia il comunismo che cambia e penalizza quello repressivo, ha aggiunto il segretario di Stato, i sette hanno deciso di bloccare i prestiti della Banca mondiale alla Cina. L'altro ieri, Tokyo aveva annunciato la sospensione di un credito di 6 miliardi di dollari a Pechino; nessùn'altra potènza industriale ha voluto spingersi oltre. «Esortiamo la leadership cinese», è scritto nel comunicato, «a porre fine alle rappresaglie contro quanti hanno rivendicato i diritti fondamentali dell'uomo». Gli Stati Uniti hanno tuttavia rinnovato un'apertura a Pechino, chiedendo rassicurazioni sul futuro di Hong Kong, e indicando la loro disponibilità alla normalizzazione dei rapporti, Le potenze industriali hanno infine preso posizione contro il terrorismo e i Paesi che lo appoggiano, sollecitando la liberazione «immediata e incondizionata degli ostaggi» innanzitutto in Libano, e condannando gli attentati, in particolare all'aviazione civile. "Nell'ultima parte, il comunicato, richiamandosi all'eredità del 1*789;, ha insistito per il riconoscimento delle libertà civili in tutto il mondo. Un altro documento è atteso oggi, sulla parte più propriamente economica del vertice, il debito, la droga — il riciclaggio del denaro sporco, specialmente — e l'ecologia. Dei ventilati summit NordSud, ossia tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri, ieri a Parigi non s'è quasi più parlato: Baker ha riferito che Mitterrand ha messo il téma sul tavolo prò forma, registrando in anticipo le preclusioni degli Stati Uniti e dell'Inghilterra, e rinviandolo a riunioni venture. Baker ha messo in evidenza che «esistono già meccanismi adeguati per il soccorso al Terzo Mondo e una graduale riduzione del suo debito». Le nazioni più gravemente indebitate hanno mostrato nei fatti di non condividere questa valutazione: hanno tenuto una sorta di controvertice, di assise dei poveri, rivolgendo un ultimo appello ai ricchi per un'assistenza senza cui, ha detto il presidente pakistano, signora Buttho, «il nostro futuro è in pericolo». Ennio Carette Un momento di relax durante il vertice dei Sette: Margaret Thatcher a colazione con Bush nell'ambasciata americana
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