Morta Ia mamma che partorì in coma

Morta la mamma che partorì in coma Pavia, la giovane vercellese ricoverata dal 4 maggio: ora le speranze sono per il piccolo Andrea Morta la mamma che partorì in coma // bimbo ha compiuto un mese e sta meglio Nell'incubatrice ora riesce a respirare da sólo PAVIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Maria Grazia Rolino, la giovane donna. di Vercelli che aveva partorito in coma il piccolo Andrea, è morta al Policlinico San Matteo. Era piombata nel buio il 4 maggio per una emorragia cerebrale. Un mese fa dal suo grembo era nato Andrea. Una vicenda che aveva commosso, che aveva fatilo nascere insieme la speranza che la piccola vita, prematura e difficile, quasi si trasmettesse alla madre. Ora di speranze ne resta una: che il piccolo ce la faccia a sopravvivere, a crescere. La mamma è spirata alle 10,30 di ieri-mattina: arresto cardiaco terminale, dicono laconici i medici. Per loro, e per tutti, nonostante quell'esile speranza, la sua era una morte annunciata. Lunedì scorso, infatti, gli specialisti del Reparto di rianimazione II, dove la trentaduenne Maria Grazia era ricoverata da 71 giorni, avevano chiamato i famigliari preannunciandone l'imminente fine: «Il suo cuore — aveva avvertito il professor Arturo Mapelli, primario del' raparlo — poteva cedere da un momento all'altro». Invece la donna ha resistito fino, a venerdì. Sorprendentemente. Poi, alle 10,30, il respiro si è fermato. L'organismo, che aveva superato bene gli sforzi del parto, il 13 giugno scorso, aveva fatto sperare in un mira¬ colo. Si era alla frontiera dello sforzo tecnico-scientifico. Il corpo, che reagiva agli stimoli dolorosi, non era stato dapprincipio considerato' quello di una paziente in coma profondo e i medici non disperavano, anche se le condizioni della donna rimanevano comunque gravi. Poi le crisi si sono susseguite e Maria Grazia ha cominciato a cedere sempre più. Domenica notte le sue condizioni si sono fatte irreversibili: era ormai da considerare in stato di coma depassé. La pressione cadeva a limiti troppo bassi. Per la giovane mammna di Andrea non c'era più nulla da sperare. Ieri la fine. Subito dopo la morte, il corpo della donna è stato trasportato all'Istituto di medicina legale dove oggi verrà eseguita l'autopsia, come vuole la legge, anche se, nel suo caso, non c'è nessuna causa da accertare. La morte di Maria Grazia ha provocato tristezza fra medici e personale infermieristico del Policlinico di Pavia, che pure sono abituati a fronteggiare situazioni di ogni genere. Ma la nascita del piccolo Andrea era stata forse una vera sfida, quella della vita contro la morte. Il suo «caso» aveva fatto parlare gli ambienti scientifici internazionali e commosso tutti. Da cartella clinica era diventato una storia seguita con affettuosa partecipazione, che aveva coinvolto la gente. Maria Grazia Rolino, .quando la sera del 3 maggio scorso, in casa dei genitori a Vercelli, venne colpita da emorragia cerebrale, era'in stato interessante. Per lei sarebbe stato il secondo, attesissimo bambino. Dopo un primo ricovero all'ospedale di Vercelli, e poche ore dopo a Novara, la gravità delle condizioni ne aveva consigliato l'immediato , trasferimento al Policlinico San Matteo di Pavia, particolarmente attrezzato per assicurare cure più adatte. L'equipe della rianimazione veniva affiancata da quella della divisione.di neonatologia e ginecologia. Maria Grazia viene «monitorizzata» in modo che i medici possano avere un quadro completo e costante delle sue condizioni e di quelle del bambino che porta in grembo. Per i medici comincia una vera e propria sfida per fare in modo che il piccolo non risenta delle condizioni della madre. Il «caso» scatena polemiche fra giuristi, teologi e medici stessi. C'è la prematurità in gioco e con questa il «rischio». I pareri sono discordi; vengono tirate fuori le statistiche a cui i medici del San Matteo replicano con i casi andati a buon fine, soprattutto negli Stati Uniti. Il 13 giugno scorso, alle 13,55, Maria Grazia Rolino, che poche ore .prima aveva avuto i normali sintomi dell'imminenza del parto, con contrazioni e spinte naturali, viene aiutata a dare alla luce il bambino, con il taglio cesareo.,Un parto perfettamente normale, dicono i medici, tra l'altro sopportato benissimo dalla donna, malgrado il,coma che dura ormai da 39 giorni. Il bambino, che pesa appena 1.100 grammi, ha i polmoni non completamente formati e viene messo subito sotto il respiratore artificiale. Le sue condizioni vengono definite gravi, ma non senza speranze. A pochi metri di distanza, madre e figlio continuano a. vivere quasi in simbiosi ininterrotta. I famigliari pregano e sperano. I medici, avvalendosi di tutta la loro esperienza e aiutati anche dalle speciali attrezzatu¬ I re d'avanguardia, non abbandonano per un attimo quella lotta disperata. Per il bambino bisogna aspettare che superi iprimi IL giorni di vita. Può farcela. La mamma, anche se grave, non è da considerare, secondo, i medici, in cor ma irreversibile e quindi non ci si arrende. Sui muri della clinica pediatrica del San Matteo di Pavia, qualcuno scrive: «Forza Andrea!» e «Andrea, vivi!». Un'intera città è con il bambino e la sua giovane mamma. Si ha fiducia nella medicina «di frontiera» che, al San Matteo di Pavia, a volte, ha fatto davvero .miracoli. Del «caso» di I Pavia s'interessano per setti¬ mane giornali e televisione. Giovedì scorso, Andrea ha compiuto il suo primo mese di vita. E proprio mentre i medici, con soddisfazione, accertavano un miglioramento delle sue condizioni (il bambino finalmente respira senza più l'ausilio della macchina), la donna, in un lettino di liinimazione, a pochi metri, si spegneva senza avere avuto la gioia di sapere di averlo mésso al mondo, di vedere quella creatura così tanto desiderata. Andrea, che ha appena 31 giorni di vita, continua a lottare e, secondo i medici, ce la dovrebbe fare. La sua mamma, invece, lo ha lasciato per sempre. I familiari, ieri, hanno chiesto ai medici il massimo riserbo, rifiutandosi di parlare con i giornalisti. Una decisione dettata dal grande dolore che, indubbiamente, va capita. Oggi ci sarà l'autopsia; subito dòpo il corpo di Maria Rolino sarà trasportato a Vercelli per la sepoltura. E a Pavia si torna a sperara per un'altra vita II prof-Giorgio Rondini, primario neonato» logo dice: «La terapia a base di antibiotici dà risultati. Il piccolo Andrea sta superando definì tavemnte le crisi che lo hanno colpito» Amedeo Lugaro piccolo Andrea nell'incubatrice al Policlinico San Matteo. In alto: la madre Maria Grazia Rolino che lo ha partorito in coma il 12 giugno scorso