Gli albergatori di Pierangelo Sapegno

Gli albergatori Gli albergatori «Marcia su Roma e nessuno paghi le tasse» rimìni DAL NOSTRO INVIATO La mischia, l'accende una signora. Urla, con voce strozzata: «La schiuma non bisogna levarla solo dal mare. Via i neri, tutti i marocchini: sono più sporchi delle alghe!». Pochi fischi, sale più forte l'applauso. Da quel momento, l'assemblea si trasforma. Muore l'Adriatico soffocato dalle alghe: gli albergatori devono decidere come protestare. Cinema Settebello, Rimini. Duemila stipati, sguardi in cagnesco. Carla Ghigi urla con quanta forza ha addosso: «E' colpa del permissivismo!» Il moderatore, avvocato Alessi, vicepresidente della categoria: «E' condivisibile solo lo sfogo». Dalla sala ormai è un coro: «Basta con le tasse, marciamo su Roma, fondiamo una. lista civica». La signora Ghigi conclude così: «E poi non dimentichiamo gli zingari, che sono peggio dei napoli». Ovazione. Trentadue secondi di consensi. Tocca a Mauro Celli, proprietario di un bar: «Ce la pigliamo solo con le alghe... E abbiamo i travestiti in mezzo alle strade. Fanno schifo!» Dalla platea: «Andiamo con i manganelli!» Celli: «Quei travestiti hanno degli appoggi, perché insultano carabinieri « poliziotti e nessuno gli fa niente. Li dobbiamo cancellare via a randellate sulla pancia!» L'applauso è così fragoroso che Celli deve far cenno di smettere. Al mattino, nel silenzio delle spiagge, gli altoparlanti annunciano l'assemblea: «Accorrete numerosi. Dobbiamo far sentire la nostra voce». Mario Petrucci, ex presidente degli albergatori, parla alla folla che mugugna ancora prima di cominciare: «Sono 10 giorni che stiamo in questa cloaca. Cosa abbiamo sentito? Solo parole. Ci vogliono dare 1300 miliardi: bruscolini». Platea: «Bravooo! Niente tasse!» Petrucci, alzando il tono: «E stavolta ci devono ascoltare. Negli altri posti hanno fatto la Liga Veneta. Faremo liste civiche!». Nando Pirini invita l'assemblea: «Dovete far proposte». Comincia Ivo. Frigiola, hotel Terminus: «Chi è responsabile dell'inquinamento deve pagare, chi ha fatto scempi in dispregio delle leggi dovrà essere chiamato in Tribunale e sarò lieto di costituirmi parte civile». Voce isolata: «E io con te, Ivo». Altri, in coro: «Piscine! Vogliamo le piscine! Facciamo proposte serie!» Frigiola finisce. Quasi nessun applauso. Poi arrivano Carla Ghigi e" Mauro Celli, e l'assemblea s'infiamma. «E' ora di far qualcosa non solo per il mare». Gasperini, da Bell aria: «Siamo decisi a non farci più governare dai politici. Non ci resta che sperare nello stellone». Giani, Rimini, comincia timidamente: «Non pagar le tasse quest'anno? Noi non le voghamo pagare per dieci anni. In Alto Adige, gli hanno dato là calamità naturale perché non cadeva la neve». Gli applausi lo rincuorano, lui si appoggia al palco. Fa un'altra proposta: «Dobbiamo andare in massa a Roma, organizzare pullman con i clienti degli alberghi». Per mettere un po' d'ordine, riprende la parola Petrucci: «Basta con i soldi al Comitato per il Po o all'Adriatico, che quando partono non si sa mai dove vanno a finire. M'avete capito, vero? Quei soldi devono darli a noi! Non paghiamo l'Iciap e versiamo il corrispettivo su un contocorrente per l'emergenza Adriatico». Mario Fabbri, il presidente degli albergatori, avverte i più scalmanati: «Ricordatevi che qui ci sono pure gU sciacalli venuti a vedere com'è ridotta Rimini». Folla: «Andiamo a Roma, andiamo a Roma! Tutti a Roma!» Un altro coraggioso, lo stesso di prima: «Prima andiamo a Rimini!» Un signore s'alza, baffoni spioventi, pancia in fuori, calzoncini e zoccoli: «Presidente, metta a verbale che nessuno deve pagare nessun tipo di tassa». Annibaldi, Grand Hotel: «Non pagando le tasse si fa della protesta, non si risolve il problema delle alghe». Silenzio. Bordoni, Igea Marina: «Costruiamo mega piscine sulle spiagge». Ovazione di sollievo: «Ooooh». Qualcuno cerca anche di dare una ragione alla protesta. Giorgio Alessi: «Bisogna chiedere quale strada vogliono seguire, se desiderano annullare il turismo o viverci assieme. E se vogliono salvare il turismo occorre correggere il modello di sviluppo», (jarlini, da Bellaria: «L'Adriatico sta all'Europa come l'Amazzonia sta al mondo. Dobbiamo rifarci il trucco, dentro il mare, perché abbiamo perso la faccia e la gente ride di noi». Vittorio Cecchini noleggia mosconi sulla spiaggia: «Lasciate parlare me, che sto 24 ore su 24 con i piedi nel mare. Dov'erano questi signori quando due anni fa abbiamo detto che l'Adriatico stava morendo? E quando l'abbiamo detto 3 anni fa? E quattro?» Pierangelo Sapegno