Tempo di coccio alle grandi firme di V. S.

Tempo di coccio alle grandi firme Tempo di coccio alle grandi firme Corsa all'acquisto in vista del '93 Le sorprese dai settori specializati MILANO. La corsa all'alimentare prosegue. Da due anni a questa parte il settore si è di colpo trasformato, su tutti i mercati del mondo, in terreno di caccia. Ed è caccia grossa: l'ultimo grande acquisto è stato quello di Danone che, buttando sul tappeto due miliardi e mezzo di dollari (3600 miliardi di lire) si è aggiudicato ai primi del mese di giugno l'asta per la Nabisco Europa. Ora sembra la volta di IfilGalbani, anche questo un affare di notevoli proporzioni, se è vero che all'industria lombarda è stato dato un valore che si avvicina ai 2500 miliardi, più di una volta e mezzo il suo fatturato. E' vero che Galbani è leader di mercato, produce utili, non ha debiti, ma chiaramente la valutazione (non si deve dimenticare i 1500 miliardi sborsati da Nestlè per le attività della Buitoni Perugina) è consistente. Il fatto è che, soprattutto in vista del mercato unito europeo e del grande bacino che questo abbattimento delle frontiere creerà, il marchio, la dimensione e le percentuali di presenza costituiscono componenti essenziali, non ripetibili, quindi senza prezzo. Anche perché in circolazione di aziende di dimensioni considerevoli e in vendita non ne restano più molte. A testimonianza del fermento in atto nel settore alimentare, basta ricordare i passaggi di mano avvenuti negli ultimi mesi in Italia, dove il gigante multinazionale Unilever ha acquistato il marchio San Giorgio (olio), la Neslé ha rilevato il 100% della pasta Pezzullo, Iricar e Bristot, due produttori di' caffè, si sbno fusi. Oltre frontiera, il gruppo Gran Metropolitan ha comperato la statunitense Pillsbury per oltre 7000 miliardi di lire, Philip Morris ha ottenuto la Kraft per 13,5 miliardi di dollari, infine la francese Danone ha pagato due miliardi e mezzo di dollari per aggiudicarsi la Nabisco Europa. E' un girotondo destinato a divenire sempre più vorticoso, man mano che ci si avvicinerà al fatidico gennaio 1993 e alla torta dei 320 milioni di consumatori Cée, oggi il mercato singolo più grande e più ricco del mondo. Se, in certo senso, per una finanziaria come Ifil, una crescita significativa nell'alimentare non può che passare per l'acquisto di una società leader, per i grandi gruppi che nell'alimentare già operano (come ad esempio Barilla, Ferrerò, Alivar) l'espansione può avvenire anche per incorporazione di aziende particolari di dimensioni anche ridotte e, in parallelo, attraverso lo sviluppo dall'interno. E' dunque nel mondo delle piccole e medie aziende di nicchia che, nei prossimi mesi, la girandola dei passaggi di mano quasi certamente riserverà molte sorprese. . [v. s.]

Persone citate: Barilla, Bristot, Galbani, Kraft, Philip Morris, Pillsbury

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano