Pink Floyd è giallo di Franco Giliberto

Pink Floyd, è giallo A Venezia il concerto rischia di essere sfrattato Pink Floyd, è giallo Un esposto denuncia «bustarelle per oltre 2 miliardi» La giunta non decide, resta il veto della sovrintendenza VENEZIA. Una risposta l'avrebbero meritata i Pini. Floyd. Ma la giunta comunale veneziana, riunita ieri in seduta straordinaria, non ha detto sì, non ha detto no, e nemmeno ni. Ha rimandato a stamane la decisione definitiva. Nessuno può dunque prevedere quel che capiterà fra 48 ore, ovvero sabato prossimo: la festa del Redentore, che per secoli si è svolta sempre e soprattutto tra decine di migliaia di isolani, avrà o non avrà quest'anno l'apporto esotico della musica pop, della diretta in eurovisione e di centomila esplosivi visitatori «foresti»? Facendo spallucce, c'è chi riesuma Ponzio Pilato, chi Franz Kafka. Ma qualcuno ha anche risposto chiamando in causa la magistratura: risvolto inedito di una vicenda abbastanza schizofrenica. Un gruppo di 16 cittadini ha firmato un esposto per la procura della Repubblica, avanzando l'ipotesi che alcuni promotori del concerto dei Pini Floyd abbiano sottoscritto un impegno, a favore delle casse comunali o a favore di qualcun altro. In base a quell'accordo, le videocassette di un paio d'ore che conterranno in esclusiva l'esibizione del gruppo musicale, frutterebbero ai fiancheggiatori veneziani un 2,50 per cento sull'incasso lordo di vendita. Sembra poco il 2,50 per cento? Nell'esposto si fanno quattro conti. Se saranno 80 milioni i telespettatori in 17 nazioni d'Europa per la diretta, e almeno altri 120 milioni i telespettatori delle repliche in tutto il mondo, le videocassette da produrre e lanciare a posteriori sul mercato avranno una base pubblicitaria di enorme risonanza. Fra Stati Uniti, Australia, Gran Bre¬ tagna, Francia, Canada ed Europa se ne potrebbero vendere un paio di milioni in un anno, che al moderato prezzo di 35 mila lire l'una, nei negozi, produrrebbero un incasso di 70 miliardi di lire. E il 2,50 per cento di questa consistente torta," quasi due miliardi, sarebbe devoluto in Laguna. A chi,, eventualmente? Si chiedono i firmatari dell'esposto. E' noto che il Comune e la giunta hanno sempre ufficialmente dichiarato che il concerto dei Pink Floyd sarebbe stato un'operazione «a costo zero» per il bilancio municipale. A costo zero, ma «a guadagno» del 2,50 per cento sulle videocassette? Se così fosse — questo è il quesito per il magistrato — varrebbe la pena accertare quali siano gli accordi economici intercorsi tra organizzatori, comprimari e protagonisti della manifestazione, indipendentemente dal suo svolgimento la notte del Redentore. Nel documento, che garbatamente non lancia accuse particolari nei confronti di nessuno, si fa riferimento anche alla recente inchiesta giudiziaria sulla Rai e su certe sue produzioni spendaccione. E infine compare un accenno al senatore Visentini, che nel Consiglio comunale veneziano, parlando spietatamente contro il concerto dei Pink Floyd, ha pronunciato la sibillina frase: «C'è un quinto potere che sovrasta la giunta». Rimane il fatto, che il sindaco Antonio Casellari è contrario al concerto; che l'assessore comunale al turismo Mimmo Greco non condivide affatto l'accavallamento dei Pink Floyd con la festa del Redentore; che l'assessore all'ambiente Stefano Boato è un irriducibile contestatore della manifestazione; che il senatore Mario Rigo, ex sindaco, definisce l'iniziativa una follia; che il filosofo Massimo Cacciari, pur con argomenti più raffinati, dice la stessa cosa; che il senatore Gradali ha inviato un telegramma al ministro dell'Interno pregandolo vivamente di vietare lo spettacolo. Anche se il vicepresidente del Consiglio De Michelis, tagliando corto, si ' è chiesto perché mai la musica rock dovrebbe essere penalizzata a favore di quella melodica (fors'anche sdolcinata) dei gondolieri. Glielo dico io perché, è l'indiretta risposta di Margherita Asso, soprintendente d'acciaio: rumori assordanti, decibel oltre i limiti che potrebbero far sgretolare qualche po' di marmi e mosaici, folla incontenibile e in qualche misura vandalica, mancanza di servizi igienici, bar chiusi, pericoli. Mandereste un elefante in un salotto pieno di cristalli? La soprintendente fa ricorso alla classica immagine. Dal loro punto di vista, e giustamente, gli «organizzatori tecnici» del megaconcerto galleggiante stanno facendo il diavolo a quattro. Vedono sfumare un business colossale, vedono crollare quel castello di intrecci commercial-televisivi che avevano con dispendio e con pazienza messo su negli ultimi due mesi: «Vogliamo una risposta entro mezzanotte!». Pur di non perdere il grande affare, ormai sarebbero disposti a spostare lontano da Piazza San Marco il pontone su cui dovrebbero salire i Pink Floyd. Purché galleggi nella sporchetta acqua veneziana. Poi ci penserebbero lo zoom, la regia e il montaggio a far sembrare la Basilica più vicina. Franco Giliberto

Luoghi citati: Australia, Canada, Europa, Francia, Stati Uniti, Venezia