Una baita per il Papa di Marco Neirotti

Una baita per il Papa Passerà dieci giorni in una casa privata a Introd, sopra Aosta Una baita per il Papa I collaboratori: «Lasciatelo riposare» AOSTA dal nostro inviato «Anche a Lprenzago sono felici, perché venendo quest'anno in vacanza qui, il Papa li ha lasciati un po' tranquilli». Sono incominciati con una battuta, alle 18,45 di ieri, i dieci giorni di vacanza di Giovanni Paolo II a Les Combes di Introd, piccolo villaggio quindici chilometri sopra Aosta: l'elicottero bianco dell'Aeronautica militare è atterrato sul campo sportivo accanto alle costruzioni bianche e basse del Soggiorno Salesiano. «Discrezione», «rispetto per il riposo e la meditazione», «un freno alla curiosità» erano stati raccomandati. E sul colle non c'era la folla dei grandi «benvenuto». Giù, sulla stretta, strada che s'arrampica tra larici e pini, polizia e carabinieri concedevano il passàggio soltanto ai pochi autorizzati. Con le autorità civili e religiose, soltanto gli abitanti della frazione, i sacerdoti, gli uomini della Forestale, , impegnati a lungo nel predisporre l'accoglienza quassù al pontefice. C'erano i presidenti della giunta e del Consiglio regionali, Rollandin e Bich, il vescovo di Aosta, monsignor Ovidio Lari, il questore Vito Fusaro, il sindaco e il parroco di Introd, Osvaldo Naudin e don Ettore Miglieri, l'ispettore di Torino dei Salesiani, don Luigi Basset e il vicario don Silvio Carlin, il direttore del Soggiorno, don Giovanni Asti. E' stato il sindaco Naudin a dare il benvenuto .al Papa, poche parole senza frasi fatte, lasciando da parte anche l'invito — che qualcuno gli suggeriva — a scendere a Introd per una messa o un saluto: «Dobbiamo rispettare la vacanza. Non è giusto insistere. Farà lui come vorrà», ha poi detto Naudin. Quattro bimbe, Coralie, Eloise, Samantha e Jessica, di 10,8,5 e 3 anni, hanno offerto al pontefice mazzolini di rododendri, campanelle e margherite. Giovanni Paolo II, stringendo mani e sorridendo, baciando una piccola in braccio alla mamma, rispondendo agli auguri, ha percorso i trecento metri fra il campo sportivo e la casetta in pietra a due piani appena finita di costruire dalla famiglia Gavazzi-Chevrère, presente al completo a riceverlo. Due piani, una scaletta esterna: al terreno abiterà la scorta, tre suòre prepareranno i pasti; al secondo sono pronte due stanzette mansardaté, silenziose, affacciate sul Monte Bianco. Più sotto c'è il Comune di Introd, appena 480 residenti, orgogliosi sì d'avere il Papa ospite loro, ma perplessi all'idea che non lo incontreranno se non sarà lui a venirli a trovare: «Ci piacerebbe chiedergli di celebrare una messa nel nostro piccolo paese», dice con timidezza tutta di montagna Simona Jiorioz. E Isa, Lina Dayné, che gli 84 li ha già compiuti: «Io ormai cammino davanti a casa, sareb- be bello se lui una delle sue passeggiate la facesse fin qui giù, così potrei vedérlo di persona anch'io, che sono cattolica praticante da sempre». Passeggiate il pontefice ne farà parecchie. La sua «scaletta» quotidiana prevede la messa alle 8, poi qualche camminata tra prati e boschi, eventuali escursioni (si parla di una Visita in elicottero sul Monte Bianco e una sul parco del Gran Paradiso): religiosi e amministratori pubblici gli hanno preparato un programma molto più ricco di quello che consentono i giorni di permanenza qui, cosicché possa scegliere. Dopo la colazione, il riposo, le letture, la meditazione. Quindi la cena e l'incontro con i collaboratori, per preparare fin da subito il ritorno agli impegni. Domenica, alle 10, Giovanni Paolo II celebrerà la messa nel santuario di Oropa. Alle 17 raggiungerà in elicottero il monastero costruito dalla fondazione Mater Misericordiae a Villair di Quart, che da fine settembre ospiterà suore di clausura dell'ordine delle Carmelitane. E verso sera, quando il pontefice si ritira nella casetta in pietra, giù a Introd c'è chi chiede: «L'avete visto?», «Che cosa ha detto?». Fede e curiosità, orgoglio e uh pizzico di delusione che per ora vanno a dormire. Ma domani si ricomincia. Marco Neirotti Giovanni Paolo II all'aeroporto di Caselle viene salutato dall'arcivescovo di Torino Giovanni Saldarmi. In elicottero poi ha proseguito per la Val d'Aosta