La Malfa: scelgo io i ministri pri

La Malfa: scelgo io i ministri pri Il segretario repubblicano previene Andreotti (che vorrebbe Visentini al Tesoro) La Malfa: scelgo io i ministri pri resenza Uds nel governo ROMA. Terminato il primo giro di consultazioni, Giulio Andreotti sta pensando seriamente di evitare il secondo e passare subito, nei primi giorni della prossima settimana, a incontri collegiali per il programma con i cinque partiti candidati a formare il governo. Le cose evidentemente procedono. Lo dimostra anche il fatto che gli unici problemi venuti all'incaricato dagli incontri di ieri, soprattutto con Giorgio La Malfa e Antonio Cariglia, riguardano già la scelta dei ministri. Uscendo dall'ufficio in cui Andreotti conduce le consultazioni a Montecitorio, il segretario repubblicano ha posto innanzitutto «un problema preliminare», come lo ha chiamato. Ha dichiarato, cioè, di aver chiesto all'incaricato di verificare se esista ancora quella «pregiudiziale» sulla partecipazione dei laici al governo posta da Bettino Graxi durante il tentativo di Ciriaco De Mita. Solo dopo il pri entrerà nel merito di quelli che gli sembrano i «due fondamentali nodi politici». Il secondo — già indicato dal pri nelle scorse settimane — riguarda l'impegna dei partiti a garantire «la governabilità fino alla scadenza naturale della legislatura». Il primo, invece, è nuovo: «Il riconoscimento della completa equivalenza politica di tutte le forze che concorrono alla formazione del governo, il che vale sia all'atto della formazione del governo, sia in tut- te le decisioni rilevanti che al potere esecutivo fanno capo». Quell'accenno all'«atto della formazione del governo» è il criptico riassunto del principale problema che La Malfa ha posto a Andreotti: i ministri repubblicani li sceglie il pri. E' noto, infatti, che Andreotti vorrebbe nel suo governo Bruno Visentini, presidente del pri, al quale desidererebbe affidare il ministero del Tesoro. E' altrettanto noto che Visentini ha sempre avuto una posizione critica sull'operazione «polo laico», così come più volte ha preso le distanze da una linea ufficiale del partito che gli sembrava troppo filo-démitiana e troppo anti-socialista. La Malfa, che in passato si era offerto per un «governo dei segretari», si troverebbe così scavalcato nella scelta dei ministri repubblicani. Fonti de assicurano che, in un incontro con Forlani, La Malfa ha protestato per questo tentativo di scavalcarlo cooptando nel governo il presidente del suo partito. L'altro problema di uomini lo ha posto il segretario socialdemocratico Antonio Cariglia, sostenendo che Pierluigi Romita (uno dei capi dell'Uds, scissasi recentemente dal psdi) si è legato politicamente al psi ma non ne fa parte. Con il suo ingresso nel governo, caldeggiato apertamente da Craxi, si darebbe nei fatti vita a un esapartito e questo sarebbe contrario alle indicazioni di tutti. Andreotti, naturalmente, ha capito subito che il problema posto da Cariglia è in realtà un altro: se entra Romita, deve essere messo sul conto della delegazione psi al governo, non di quella socialdemocratica. Si vedrà. La questione politica riguardante la vecchia pregiudiziale socialista sul «polo laico», riproposta ieri da La Malfa forse per sottolineare la giravolta del psi, sembra invece superata. Craxi, nella dichiarazione rilasciata dopo il colloquio con Andreotti, non vi ha fatto alcun cenno. In seguito, pressato dai giornalisti, ha dichiarato: «Abbiamo capito che si sono messe in moto clausole chiarificatrici e dissolventi. Se ci siamo sbagliati significa che siamo punto e daccapo; se le cose si chiariranno — e sono in via di chiarimento — tanto mèglio». Come dire: per il psi, con il dissolversi della federazione laica, la questione è risolta; se La Malfa la vuole riaprire, si accomodi. , Per il resto, Craxi ha assicurato che lo spirito dei socialisti è «costruttivo» e si è augurato che si possa «giungere rapidamente a degli accordi utili e conclusivi». Qualcuno ha chiesto a Craxi se si fosse «punto e daccapo» e lui ha risposto deciso: «No». Claudio Martelli, che ieri ha evitato accuratamente di ripètere che «il pentapartito è finito», come aveva sostenuto nei giorni scorsi, è stato ancora più esplicito. Gli hanno chiesto se, per la formazione del governo, si stia andando avanti: «Pare proprio di sì», ha risposto. Al segretario del pei, Achille Cicchetto, non è rimasto che ribadire l'opposizione del suo partito alla ricostituzione del pentapartito e annunciare l'imminente varo del governo-ombra. Marco Pannella ha reso noto di aver ricevuto un netto rifiuto alla sua offerta di fare il ministro e se ne è rammaricato. L'ultimo incontro, quello con la de, è stato decorativo, dal momento che nei giorni scorsi sia la direzione del partito sia i gruppi parlamentari avevano dato «via libera» all'incaricato. Da oggi a lunedì la crisi va in ferie a causa del vertice di Parigi. Paolo Passa rini

Luoghi citati: Parigi, Roma