«Rischiai il posto per Bush»

«Rischiai il posto per Bush» «Rischiai il posto per Bush» 77 leader sindacale ricorda l'incontro dell'87 DANZICA DAL NOSTRO INVIATO Un menu d'eccezione per un ospite eccezionale preparato da Danuta Walesa in persona con l'aiuto delle amiche del vicinato, costato settimane di estenuanti trattative con i funzionari del cerimoniale della Casa Bianca, e finalmente l'ok. E così Lech Walesa ha potuto coronare il sogno della sua vita: «Il semplice operaio figlio di contadini, che offre un pranzo con i fiocchi al Presidente degli Stati Uniti d'America». La tavola era imbandita a festa nel piccolo tinello della nuova dimora dei Walesa, tanti fiori, bicchieri di cristallo, il servizio di piatti comprato per l'occasione, la tovaglia di lino ricamato. Fino allo scorso anno i coniugi ed i loro nove figli abitavano nel quartiere popolare di Zaspa, ai margini della cintura cittadina di Danzica. Appena cento metri quadrati al primo piano di un caseggiato anonimo. I diritti d'autore riscossi dall'autobiografia «Un cammino di speranza», aggiunti agli interessi che Solidarnosc perce- pisce sui 360 mila dollari assegnati dalla vincita del premio Nobel per la pace, hanno finanziato l'acquisto di una vecchia villetta nella zona residenziale di Oliwa circondata dall'ampio giardino. Bush, accompagnato dalla moglie Barbara, vi è rimasto per oltre un'ora. Prima il brindisi a base di vodka gelata, quindi la colazione, che la mag¬ gioranza dei polacchi si possono permettere di rado. Anguilla e salmone affumicato. Una scodella di choldnik, la tradizionale minestra fredda di verdi ? quindi tacchino ripieno, roast beef e cotolette di maiale guarnite con funghi, ananas, uva, pesche e fette di arancio innaffiate di birra. Infine come dessert il dolce di stile americano, una torta di frutta e noci. Per la cronaca dei posteri, niente vino, solo acqua minerale. «La mamma mi ha insegnato che bisogna assaggiare un po' di tutto» ha detto Bush «e tutto è stato squisito». Dopo il caffè, i due si sono appartati per discutere tramite l'interprete. Walesa, a quando riferiscono fonti americane, ha esposto nei dettagli il piano di assistenza finanziaria — 10 miliardi di dollari in totale — che è stato redatto dagli esperti economici di Solidarnosc. Bush gli ha promesso che ne interesserà gli imprenditori statunitensi. Ben diversa fu la cornice in cui si svolse il precedente viaggio di Bush in Polonia. Nel settembre 1987 l'allora *ice di Bonald Beagan dovette limitare al minimo gli incontri con l'opposizione. Per il regime Walesa era una «non persona», i suoi principali collaboratori operavano nella semi-clandestinità al confine precario fra tolleranza ed intimidazioni. Bush insistette, chiese di conoscere il premio Nobel, potè riceverlo in una saletta dell'ambasciata americana a Varsavia. Di quel colloquio esiste un curioso retroscena rivelato un anno fa al vostro cronista dallo stesso Walesa con una divertente ricostruzione: «Avevo inoltrato alla direzione dei cantieri la richiesta di assentarmi per due giorni. Il permesso mi venne negato, mi ammonirono anzi di non scherzare con il fuoco, minacciando il licenziamento se mi fossi allontanato dal posto di lavoro». Walesa mi raccontò di essere partito per la capitale con il cuore ih gola. «Quella volta l'avevo fatta grossa, però come potevo rinunciare all'onore di stringere la mano al vicepresidente degli Stati Uniti? Rientrai al cantiere, al mio reparto di elettricista montatore, pronto a subire la bufera. Acbadde invece il contrario, con mia enorme sorpresa: il direttore mi invitò nel suo ufficio, chiuse la porta e annunciò fra il serio e il faceto che la mia assenza era ovviamente motivata da ragioni di malattia, come l'avessi trascorsa e dove non interessava, l'importante era che non la spifferassi in giro». Piero de Garzarolli

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Stati Uniti, Stati Uniti D'america, Varsavia