Palude per 50 chilometri, poi il mare di Pierangelo Sapegno

Palude per 50 chilometri, poi il mare deserte continua la fuga dei turisti méntre aumenta l'aggressione delle Palude per 50 chilometri, poi il mare ico in morti CESENATICO DAL NOSTRO INVIATO. Sulla riva, pesci morti. Li lascia la risacca, e l'acqua che si ritira è nera come l'inchiostro, sporca e brutta. Bagno Levante, Cesenatico. La spiaggia è deserta. Più in là, centinaia di gabbiani volano a pelo d'acqua sulla melma. Eppure non manca os-, sigeno, e se non sono stati soffocati, che cosa avrà mài ucciso sogliole, granchi/ pesci ragno, pesci ago, vongole? Trecento metri al largo, l'ossigeno in superficie è di otto milligrammi al litro: «normale», sentenzia subito dopo le analisi, Giuseppe Montanari, biologo della Daphne. Il fatto è che l'Adriatico forse riserva altre verità terribili nascoste sotto la bava che lo ricopre. Dal Delta del Po scendono le alghe rosse e verdi, colorano l'acqua poi muoiono e le tolgono ossigeno, impedendo ai pesci di respirare. Dopo le mucillagini, ecco l'eutrofizzazione. A Roma possono anche non vietare il bagno: tanto non lo fa più nessuno, «la gente ha già deciso da sola», ha ragione Montanari. Immergersi è come calarsi nella colla, uno si sente avvolto da questa gelatina strana. Ci vuole coraggio a scendere. Pure lo skipper Franco Mingarini non ce la fa più: «Fino a tre giorni fa ci provavo ancora. Adesso no, qui dentro mi sembra di morire». Sotto, si vede un mare dai co- lori sporchi, e i grovigli di alghe che s'appiccicano, danzano tutt'attorno, qualche volta si sfilacciano. Non c'è più fondo, ma un pulviscolo che sale verso la superficie. E per tornare a galla bisogna passare attraverso una parete. E' un attimo, solo un attimo, ma sembra manchi il respiro, mentre si buca il tappeto di mucillagini. . L'incredibile è che l'Adriatico è tutto così, per trenta miglia al largo, e anche di più. Il motoscafo d'altura beccheggia, poi parte, la poppa schiacciata sull'acqua. Spruzzi di fango si levano ai fianchi. C'è la palude, intorno. Il mare non esiste più. Franco Mingarini sta al timone: «E' 15 anni che andiamo avanti così, solo che questa melma ar- rivava a fine stagione o se ne stava al largo, lontano dai turisti». A tre miglia dalla costa, l'imbarcazione affonda nel pantano, come se si fosse insabbiato. Ci sono due piattaforme, nessun peschereccio all'orizzonte, sopra la schiuma galleggiano tronchi e arbusti, bottiglie di plastica, lattine. «Le mucillagini vanno in decomposizione», dice Mingarini. Ronfa lo scafo, s'alza la prua. Si va avanti per trenta miglia, in mezzo a un paesaggio lunare, quasi senza vita. Ma dov'è il mare? Lontano, lontano. E' blu, fermo. E' un miraggio, ma c'è, esiste ancora, appare quando questa crosta finisce. «Ieri era ancora peggio», dice Riccardo Mingarini, il figlio dello skipper, «la melma era più spessa e non c'era un filo di vento». Difficile immaginare qualcosa di peggio di quello che s'è visto. Con la Daphne II, il battello che studia l'Adriatico per conto della Regione Emilia, si esce di nuovo. «E' difficoltoso navigare in queste condizioni, si intasano i fi'tri», avverte il motorista, Dino Pagani. .Spiega Montanari, il biologo: «Le mucillagini ci sono fino a sei-sette metri di profondità. A Nord di Ravenna s'è innescato invece il classico fenomeno dell'eutrofizzazione. Allora, se il mare si mantiene calmo e la temperatura elevata, ci sarà l'anossia e quasi tutti i pesci senza ossigeno verranno a morire sulla riva». ' Previsioni, nessuna. Però, non li può salvare la pioggia, non li può salvare il bel tempo. Forse potrà fare qualcosa un vènto forte: sfilacciare le alghe, disperderle lontane. Non è molto, non è una cura, ma almeno significa allontanare l'incubo per qualche giorno. Montanari cala un secchio per le analisi. Risultato: la temperatura in superficie dell'acqua è di 25,7 gradirla salinità è di 31,5 grammi per un chilo: «ossia, è abbastanza normale, leggermente più bassa»; mentre l'ossigeno in superficie è di 9,5 milligrammi al litro. Commenta Montanari: «Siamo sopra la saturazione, perché c'è presenza di alghe che prodùcono ossigeno. Dovrebbe essere a 6 per essere normale». La clorofilla, l'indice di biomassa algale, è di 8,5, e va abbastanza bene: «a Nord di Ravenna supera i quaranta gradi». I numeri portano labili conferme. Vicino a riva la clorofilla è 17,5: ci sono più alghe davanti alla spiaggia che al largo, mucillagini e diatomee si confondono, si mischiano. Lì davanti ci sono i pesci morti, spinti dalle onde. Franco Mora, da Reggio Emilia, ci passeggia sopra: «C'erano anche ieri, ma di meno. Ieri, il mare sembrava una polenta e forse non si vedevano». Forse. L'onda è pesante, si trascina sulla battigia. Gianna, da Parma: «Quest'anno il bagno non lo fa nessuno, sembra davvero la fi- ne», n bagnino tace, raccoglie l'alga, la palpa. Attorno a lui, nessuno. In Germania, proprio di questi giorni si stanno muovendo i tour's operator: devono fare i contratti perii '90, preparare le vacanze del prossimo anno. Nelle agenzie, ora la gente va a chiedere i soldi indietro. Quelli che hanno 'voluto àncora crederci all'Italia, a sono tornati, non possono più fare ameno di protestare. Luca. Spigolon, l'assessore al turismo di Rimini, si aggrappa alla speranza: «La stagione non è' finita, l'estate non è conclusa. Bisogna far di tutto per limitare i danni». Voci dalla disperazione. Ieri mattina una delegazione di turisti è andata a bussare al- la porta del sindaco Nando Fabbri, chiedendo la riapertura di una piscina abusiva che aveva fatto sigillare. La Riviera è al collasso. I pescatori chiedono di anticipare il fermo della pesca, i giornalisti vengono messi sotto accusa: «I terroristi erano più civili di voi». Come se fosse incivile raccontare quello che si vede. Eppure Mingarini ricorda d'averlo visto morire nel tempo, il suo mare. Non è cominciato ieri questo disastro. E quando rivede il mare, dopo trenta miglia passate a squarciare la palude, ha un sospiro di sollievo: «Eccolo qua, ce n'era vamo dimenticati». Pierangelo Sapegno

Persone citate: Dino Pagani, Franco Mingarini, Franco Mora, Giuseppe Montanari, Nando Fabbri, Riccardo Mingarini, Spigolon