Alghe, estate del disastro di Bruno Ghibaudi

Alghe, estate del disastro Don^Cattin: non ci sono pericoli gravi, però occorre prudenza Alghe, estate del disastro nontaccia RÓMA. L'allarme alghe in Adriatico si aggrava. Danni da migliaia di miliardi, per il turismo è l'estate del disastro. L'ecosistema è in crisi: la mudila gine «soffoca» i pesci,, inquina le acque. Ma ci sono pericoli per la salute? Donat-Cattin lo ammette: qualche rischio c'è. Niente di irreparabile — dice il ministro della Sanità —, ma per fare i bagni occorre prudènza. Chi ha ferite è meglio che resti a riva, se vuole evitare infiammazioni. E le analisi? Donat-Cattin parla sulla base dei dati dello scorso anno. E la mucillagine che da alcuni giorni assedia ; l'Adriatico? Soltanto oggi si saprà se i bagni sono davvero «a rischio». Intanto «la stagione turìstica lungo le coste del Veneto, dell'Emilia-Romagna e delle Marche rischia di chiudere in anticipo, al 31 agosto». L'allarme è di Giovanni Colombo, presidente della Faiat, la Federazione delle associazioni italiane alberghi e turismo. Il business della Riviera romagnola, oltre 10 mila miliardi all'anno, è in pericolo. Ieri gli assessori all'Ambiente delle Regioni interessate, che hanno incontrato a Roma i ministri Ruffolo e Donat-Cattin, non hanno nascosto le loro preoccupazioni. In Germania, in Inghilterra e nei Paesi nordici là stampa sta mettendo in guardia i lettori: il mito dell'Adriatico, spiaggia di sogno e di salute, si sta dissolvendo. Il ritornello viene ripetuto con monotonia: la «peste» peggiora, la «poltiglia giallastra» può provocare intossicazioni, le autorità italiane non sono più in grado di escludere gravi pericoli per la salute dei turisti; Le conseguenze: numerose agenzie di viaggio del Nord Europa disdicono le prenotazioni,' gli unici a conservarle sono gli alberghi con piscina. Agosto è un'incognita sempre più preoccupante. Per oltre 12 mila al¬ berghi, pensioni ed esercizi dell'indotto turistico (circa il 30% di quelli operanti in Italia) si prevedono danni incalcolabili; decine di migliaia di persone potrebbero perdere il lavoro. Al ministero del Turismo ammettono che le alghe creano fastidi, ma non danni alla salute, e ricordano che la balneazione è solo un aspetto, sia pure importante, dell'offerta turistica della Riviera adriatica. Al ministero della Sanità preannunciano un decalogo per evitare rischi: ad esempio le precauzioni per chi ha abrasioni non ancora cicatrizzate. «Per il resto, nessun pericolo grave».. Ma lo si dice prima ancora che i risultati delle analisi sui campioni d'acqua marina prelevati ieri in tutta fretta dai tecnici dell'Istituto superiore di Sanità siano noti (quelli tossicologici si sapranno entro oggi, quelli microbiologici fra qualche giorno). Solo venerdì saranno valutati dal Consiglio superiore della Sanità, che deciderà sugli eventuali divieti di balneazione. «E' allucinante che in un Paese come il nostro, che proprio dal turismo trae linfa vitale per la sua economia — accusa il presidente degli albergatori — solo oggi, 11 luglio, si stia affrontando il problema dei prelievi e degli interventi per tamponare l'emergenza». Sul banco degli accusati c'è ancora una volta la burocrazia, con i suoi giri viziosi e i suoi labirinti. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Agosto, Cattin, Donat-cattin, Giovanni Colombo, Ruffolo

Luoghi citati: Ambiente, Emilia, Germania, Inghilterra, Italia, Marche, Nord Europa, Roma, Romagna, Veneto