E BACH VOLA IN ALTO di 1. O.

E BACH VOLA IN ALTO E BACH VOLA IN ALTO All'Oratorio di San Filippo le «Suites» per violoncello IN ogni forma musicale alla quale si dedicò, Bach ha dato prove altissime di maestria. Ma dove forse ha saputo superare se stesso è nelle pagine per violino e violoncello soli. Qui l'espressione musicale si purifica di ogni apparato che non sia pura speculazione, linguaggio lineare, idea sublimata. Tra le opere appartenenti a questa famiglia vi sono le «Sei suites per violoncello», composte verso il 1720, durante il soggiorno di Bach a Kòthen, insieme con le «Sonate» e «Partite» per violino, le «Sonate per violino e cembalo» e le «Sonate per viola da gamba». Tutte queste composizioni contrassegnano un momento creativo particolare del grande artista, caratterizzato dal fatto di avere a disposizione alcuni strumentisti di altissimo valore: una circostanza che rese possibile il concretarsi di pagine la cui esecuzione è a dir poco ardua. Una parte di quella produzio- ne sarà eseguita venerdì 30 giugno alle 21,15 nella Cappella dell'Oratorio di San Filippo, in via Maria Vittoria 5. Si tratta di tre delle «Suites» per violoncello e precisamente la n. 1 in sol maggiore BWV 1007, la n. 3 in do maggiore BWV 1009 e la n. 5 in do minore BWV 1011. Verranno eseguite dal solista Manuel Zigante. Le «Suites» rispondono, oltre che al bisogno di essenzialità avvertito da Bach, al gusto imperante in quell'epoca per la moda francese, che era allora orientata largamente sulla musica di danza. Le «Suites» sono successioni di movimenti ispirati a danze come Allemanda, Courante, Sarabanda e Giga, alle quali si ag- giungono alternativamente due Minuetti o due Gavotte o due Bourrées. Ognuna di esse è aperta da un ampio Preludio che ne fornisce la traccia stilistica. La chiave interpretativa delle «Suites» è stata efficacemente sintetizzata da Alberto Basso, che scrive: «In quelle pagine si sviluppa l'affermazione del momento "lineare" del contrappunto, l'esaltazione di una particolare concezione della polifonia intesa non come organizzazione verticale della frase — secondo i principi della pura imitazione canonica o dell'armonia totale — bensì come estrinsecazione rigorosa, simmetrica, delle proprietà melodiche (e ritmiche) del linguag¬ gio musicale, in virtù di una sua rappresentazione nello spazio e nel tempo». Probabilmente il primo interprete delle «Suites» fu Christian Bernhard Linigke, che dal maggio 1716 era «Kammermusikus» alla corte di Kòthen. Una curiosità presenta la Quinta Suite, poiché va eseguita su uno strumento con la quarta corda accordata su un tono al di sotto della norma: in sol invece che in la. Il violoncellista Manuel Zigante è nato nel 1963 a Roubaix, in Francia. Ha studiato al Conservatorio di Torino con Renzo Brancaleon e si è diplomato a Santa Cecilia con Amedeo Baldovino. Ha partecipato ai corsi di perfezionamento tenuti da Antonio Janigro a Torino, da Michele Marchesini a Nizza e da Baldovino, Piero Farulli e Andrea Nannoni a Fiesole. Fa parte in modo stabile dell'Orchestra Sinfonica della Rai di Torino. [1. o. ]

Luoghi citati: Fiesole, Francia, Nizza, Torino