Ad Asti Teatro l'«Aiace» del greco Jiannis Ritsos

DOLCI VERSI DI PIETRA DOLCI VERSI DI PIETRA Ad Asti Teatro V«Aiace» del greco Jiannis Ritsos AD Asti è in scena il 30 «Aiace» di Jiannis Ritsos, versione e regia di Marco Avogadro, prodotto dall'Ateneo di Genova. Ciò che il pubblico ascolterà tra parola e musica in piazza Castigliano è una composizione poetica che, scesa dai rami della tragedia classica, s'innerva nella frantumazione del teatro contemporaneo. All'origine c'è Sofocle e, come in Sofocle, il «fatto» è già accaduto. Sennonché non ascoltiamo una pura rimemorazione, ma assistiamo a un precipitare del corpo e della mente fra le sprezzanti regole dell'attuale società. Fra gli scrittori neogreci, Ritsos è quello che, più d'ogni altro, porta su di sé le piaghe aperte della poesia perseguitata, scritta usando le ginocchia per tavolo, nelle isole che si chiamano Makrònissos, Ghiaros, Leros e che, per lui, sono le isole dell'esilio; poesia, come disse lo stesso autore, scritta come un sotterfugio, con le costole pressate dalla canna d'un mitra. Ritsos fu per lunghi anni un deportato politico. La cattiva salute tramutò la deportazione in arresto domicihare, finché il nuovo clima libertario non restituì a questo poeta d'Atene la dignità civile. E la sua poesia, che circolava clandestinamente, potè effondersi per il mondo. Arrivarono anche numerosi premi, il Lenin per la pace, l'Etna-Taormina, e Ritsos invase le coscienze con il canto pietroso e soave, con le sue memorie mitiche che, come già in Seferis, «sono più dolci a intendersi». Ma sarebbe sbagliato considerare Ritsos poeta esclusivamente civile. Il suo verso si rifugia spesso in una zona «prima dell'uomo» perché, dice, «è là che inizia... la bellezza dell'uomo». [o. g. 1

Persone citate: Lenin, Marco Avogadro, Ritsos, Seferis

Luoghi citati: Asti, Atene, Genova, Leros, Taormina