Come la luce è protagonista

Come la luce è protagonista Come la luce è protagonista Come è andata evolvendosi l'arte figurativa in rapporto con la luce: è quanto propone il breve ma intenso saggio del grande storico dell'arte americano Hans Sedlmayr, «La luce nelle sue manifestazioni artistiche», apparso nel 1960 e tradotto per la prima volta nelle edizioni Aesthetica di Palermo, con una lunga introduzione di Roberto Masiero e Riccardo Caldura (pp. 85, L. 10.000). Questo libro ripercorre la storia delle arti figurative e dell'architettura nei loro rapporti con estetica e filosofia e affronta il tema specifico della luce nella dimensione della metafisica, e anche come fenomeno della natura e della tecnica. A partire dall'età della pietra l'uomo ha saputo ricavare il fenomeno della lucentezza «strappandolo alla roccia opaca, alla terra scura, al metallo grezzo racchiuso in essa»: così, e stato straordinario il rapporto con la luce instaurato dalla grande età dela cultura egizia; singolare e nuova la luminescenza dei tratti della statuaria greca; magistrale la ricchezza e varietà di toni propria delle atmosfere più o meno sature di vapore dele terre romane; intenso e spirituale il rapporto con la luce caratteristico del mosaico e delle vetrate gotiche; rivoluzionaria la scoperta del colore a olio sotto il pennello dell'artista quattrocentesco; decisivi la cultura e il gusto per gli specchi dello stile barocco e rococò; per continuare con la predilezione per la seta, la porcellana, la madreperla, la lacca. Da Cézanne in poi la luce viene per così dire, ingoiata dal colore che ne assorbe tutta la forza e il potere. Il colore diventa surrogato della luce interiore e dappertutto, nel corso del XIX e XX secolo, si può osservare la «perdita della trasparenza». [m. d. e]

Persone citate: Hans Sedlmayr, Riccardo Caldura, Roberto Masiero