NEL SORRISO DEI PROVERBI I VIZI DI OGNI REGIONE
NEL SORRISO DEI PROVERBI I VIZI DI OGNI REGIONE NEL SORRISO DEI PROVERBI I VIZI DI OGNI REGIONE RACCOGLIERE proverbi è una vecchia passione che ha contagiato alcuni tra i nostri migliori letterati, dal Tommaseo al Giusti, e che non cessa d'intrigare anche molti contemporanei. Il grosso problema resta sempre quello del criterio da seguire nell'ordinarli: par luogo, per ordine alfabetico, per argomento? Ogni raccoglitore è esposto alla tentazione di elencarli «tutti», e dalla capacità di resistere a questa tentazione si può valutare il realismo di chi s'accinge all'impresa. Se la «completezza» rimane un traguardo incerto (e degno più d'un computer che d'un cervello umano, foss'anche quello del Pitrè, famosissimo ed onnivoro raccoglitore di cultura orale siciliana), una silloge tematica costruita con svelta freschezza e gusto delle scelte non mancherà di trovar lettori interessati e complici. Succede regolarmente con l'antologia di «Proverbi italiani» (Salani, pp. 160, L. 18.000) ordinata per argomenti da una mano sagace come quella di Adriana Bolelli, esperta di letteratura dialettale e brillante collaboratrice — in questo settore — del marito Tristano. Dipanando lo spessore impalpabile della sua materia attraverso una quarantina di capitoli brevi e succosi, la Bolelli conduce il lettore con piglio quasi più narrativo che saggistico nei meandri incrociati — per regioni e per tematiche — del concettoso e vivido «sapere popolare» espresso in brevi, talvolta fulminee sentenze. Il gioco più affascinante a cui siamo invitati — in questa giostra di parole — è quello della comparazione tra proverbi simili (spesso addirittura identi¬ ci) espressi in dialetti diversi, ai quali si contrappongono sovente le sentenze perfettamente contrarie espresse dalla saggezza tradizionale sullo stesso tema. Sul matrimonio, ad esempio, si direbbe che la maggioranza dei proverbi tendano a mettere in guardia con beffarda o sarcastica malevolenza: «Chi si sposa d'amor crepa de rabia», dicono nel Trentino, e in Toscana, altrettanto drasticamente, «non segue un matrimonio che non c'entri il demonio». Ma ecco le correzioni, che fan pensare a una disperata voglia di tenerezza, a sentimenti dei quali tanta spavalderia non sarebbe che la copertura esterna: «Chi pija moje pija guai; chi no' la pija più che mai», si declama con equanimità nelle Marche. E «senza moglie a lato, l'uomo non è beato», rincalzano in Toscana. Ma questo non è che uno dei temi trattati nel volume, la cui ricchezza si apre a ventaglio con articolazione stupefacente: proverbi arguti su ricchezza e povertà, sui vizi capitali, come l'invidia e l'avarizia, sulla fortuna e la cattiva sorte, sul tempo e le stagioni, sul gioco, sulle bugie, le superstizioni ed i sogni... Una «summa», un prontuario di tale ricchezza e bellezza che si giustifica l'entusiasmo di Nicolò Tommaseo, il quale ebbe a scrivere che una raccolta di proverbi «dopo la Bibbia sarebbe, tra i libri, il più gravido di pensieri». «Attraverso i proverbi — conclude Adriana Bolelli — col loro contenuto di esperienza, si può capire molto della mentalità delle generazioni popolari del passato, scoprendo elementi preziosi di un patrimonio di usi e costumi che ubbidiscono a fermi principi e a leggi morali». Michele L. Straniero
Persone citate: Adriana Bolelli, Bolelli, Michele L., Nicolò Tommaseo, Pitrè, Salani, Tommaseo, Tristano
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