IL SOGNO SOCIALISTA MUORE NEL BOSCO

TUTTI GLI ANTENATI DEL FEUILLETON TUTTI GLI ANTENATI DEL FEUILLETON // Settecento italiano, tra fughe e intrighi IN un «secolo cinematico» come il Settecento, che vive sotto il segno di Mercurio, il dio dei quadrivi, dei ladri, dei commercianti, il romanzo, escluso dai quartieri alti della letteratura, fu essenzialmente un prodotto di consumo, un genere di evasione e intrattenimento per un pubblico più ampio, allargato a nuovi strati di lettori, soprattutto femminili. E' questa l'immagine disegnata da Folco Portinari nel suo ampio saggio introduttivo ai «Romanzieri del Settecento» per i «Classici italiani» della Utet.Il volume antologico propone cinque testi: «Il Gazzettino» (1713) di Girolamo Gigli, «L'uomo d'un altro mondo» (1760) di Pietro Chiari, «Viaggi di Enrico Wanton» (1749) di Zaccaria Seriman, «Avventure di Saffo» (1782) di Alessandro Verri, «Abaritte» (1790) di Ippolito Pindemonte. Dopo il «feuilleton» ottocen¬ tesco («Le parabole dèi reale») e il libretto d'opera romantico («Pari siamo»), Portinari va a ritroso nel tempo per disegnare una geografia e una mappa del romanzo italiano settecentesco, laboratorio e officina di una prosa ben lontana dai modelli stranieri. A Venezia, «capitale del romanzo e della commedia settecenteschi», nascono le trame romanzesche e labirintiche di Pietro Chiari e del suo allievo e continuatore Antonio Piazza, un ridondante gioco narrativo di fughe, inseguimenti, travestimenti, agnizioni. Sono tutti meccanismi retorici già collaudati in epoca barocca e più tardi trionfanti nel feuilleton, nel cinema e nel fumetto. La linea dominante della nostra narrativa del '700 non è però il romanzesco, ma piuttosto il filosofico e l'allegorico, segue cioè il modello di Swift o Voltaire più che di De Foe o Fielding. Da «Il Congresso di Citerà» (1746) di Algarotti, idillio erotico e rococò, all'«Icosameron» (1788), curioso romanzo utopistico e fantascientifico di Casanova, da «Le avventure di Saffo» di Verri, ispirato a un gusto archeologico e neoclassico, al tardoilìuministico «Platone in Italia» (1806) di Cuoco, predomina il rifiuto dell'intreccio e del registro quotidiano e realistico. Interessante come documento culturale più che come valore letterario, il romanzo italiano del Settecento rimane comunque una tappa significativa e sinora poco esplorata sulla strada della narrativa moderna. Massimo Romano Autori vari Romanzieri del Settecento a cura di Folco Portinari Utet.pp.718, L. 55.000.

Luoghi citati: Italia, Venezia