La Fiat in cattedra a Oxford di Mario Ciriello

La Fiat in cattedra a Oxford L'azienda ha salvato l'insegnamento di italiano nella prestigiosa università La Fiat in cattedra a Oxford La «Serena Chair» fondata nell'Ottocento rischiava di essere annullata per mancanza di fondi Un contributo di oltre un miliardo di lire assicuragli studi a duecento allievi LONDRA. La cattedra di italiano a Oxford è salva. Dopo quasi due anni di crescenti incertezze e apprensioni, la generosità di un mecenate garantisce un sereno futuro agli studi italiani nell'antica università britannica. Il mecenate è la Fiat che ha offerto 700 mila sterline, oltre un miliardo e 600 milioni di lire, una somma che permetterà di colmare il vuoto lasciato dai profondi «tagli» alla spesa pubblica inglese. La cattedra che si chiamava «Serena Chair», dal nome del suo fondatore Arturo Serena, sarà ribattezzata, diverrà la «Fiat-Serena Chair». Intensa è la gioia ad Oxford, città assillata da affanni finanziari. Non è tutta colpa dei «tagli», molti esperti attribuiscono parte delle difficoltà alle carenze amministrative della grande confederazioni di Colleges: ma il problema esiste ed è acuto. Il salvataggio della cattedra di italiano è importante non soltanto per motivi culturali, ma anche perché una laurea italiana ad Oxford è per molti giovani la brillante porta di ingresso verso la finanza, l'industria ed il commercio. Una recente indagine del Sunday Times ha stabilito che i laureati oxoniensi in lingue straniere «costituiscono una fonte di reclutamento più che privilegiata»; L'insegnamento dell'italiano presso l'università di Oxford risale alla metà circa del secolo scorso. Il primo docente fu Aurelio Saffi. La cattedra di italiano vera e propria nacque nel 1918, con i lasciti di Arturo Serena, figlio di un esule veneziano. Primo detentore della cattedra fu, fino al 1940, Cesare Foligno, illustre dantista. Dopo la guerra, la Serena Chair fu diretta, per molti anni, da Alessandro Passerin d'Entréves, cui seguì, nel '57, Cecil Grayson, ritiratosi per limiti di età nell'ottobre '87. Alessandro Passerin d'Entréves fu prestigioso docente anche alla università di Torino nella quale ricoprì l'incarico di preside della facoltà di scienze politiche passato, quando dovette lasciare la cattedra per limiti di età a Norberto Bobbio. Autore di molti saggi fu anche collaboratore del nostro giornale. Nella giovinezza aveva fatto parte del gruppo gobettiano legandosi ad alcuni collaboratori di Piero Gobetti come Umberto Morra che a Londra diresse l'istituto italiano di cultura e Guglielmo Alberti studioso del Manzoni e tra i primi critici cinematografici italiani.Anni aurei, durante i quali lo studio dell'italiano diveniva parte integrale di altre lauree, quali filologia classica, storia moderna, filosofia, letteratura inglese. I guai cominciarono con il ritiro di Grayson, quando l'università fece sapere che non aveva più i fondi necessari per la Serena Chair. Il reddito generato dalle 300 mila sterline tuttora nella fondazione Serena era insufficiente: occorreva un'altra donazione, tale da innalzare il totale ad un milione di sterline. L'impresa pareva impossi¬ bile, le molte risposte negative in Inghilterra ed in Italia avevano creato un'atmosfera di pessimismo. Adesso, la Fiat tende la mano con le sue 700 mila sterline. La Oxford University ha accolto la notizia con great pleasure, ha annunciato che gli studi italiani sono ora finanziati «pienamente e permanentemente». Oggi stesso, l'università aprirà il concorso per il titolare della Fiat-Serena Chair. Centodiciotto sono ora i giovani che studiano lingua o letteratura italiana a Oxford. La riapertura della cattedra offrirà loro ima nuova importante fonte di insegnamento, fonte che, in futuro, stimolerà l'interesse di un maggior numero di alunni. Un'ultima, ma interessante informazione. La Fiat è la prima Società industriale, britannica o straniera, a contribuire generosamente alla Campaign For Oxford, un'iniziativa che spera di raccogliere 220 milioni di sterline in cinque anni. Mario Ciriello