Fisco ingiusto

fisco ingiusto Due primati negativi per l'Italia fisco ingiusto Busta paga «corrosa» Due sono le notizie che, nella settimana scorsa, ci hanno dato una sensazione di incertezza della linea politico-finanziaria italiana che si presenta contraddittoria e sempre più staccata dall'Europa unita. Giovedì scorso è stato diffuso il testo dell'intervento del direttore generale della Banca d'Italia nella sua audizione* di fronte alle commissioni Bilancio del Senato e della Camera. Parlando della programmazione economica, il direttore generale ha chiesto una riflessione approfondita da parte del governo, dichiarando esplicitamente l'urgenza di diminuire l'imposizione sui depositi bancari. Questi ultimi sono tassati con una ritenuta secca del 30 per cento sugli interessi, mentre le aliquote degli altri Paesi Cee sono molto inferiori. Non solo, ma — aggiungiamo noi — l'aliquota secca rappresenta un vantaggio per il contribuente importante (che sarebbe tassato in percentuale maggiore) ed un aggravio notevole per il piccolo contribuente che, aggiungendo gli interessi agli altri redditi, pagherebbe una percentuale minore. L'aliquota secca provoca così, accanto ad un'indubbia semplificazione, anche un'ingiustizia a favore o contro tutti i contribuenti. Ed ora segnaliamo la seconda notizia: un decreto interministeriale (dei ministri del Tesoro e del Lavoro) in data 22 giugno aumenta i contributi a carico dei datori di lavoro per lo 0,27 per cento e a carico dei dipendenti dello 0,14 per cento. L'aumento complessivo per i contributi Inps è così dello 0,41 per cento, proprio in un momento in cui tutti puntano il dito accusatorio sul costo del lavoro. Il lavoratore dipendente è abituato purtroppo a considerare il suo stipendio al netto e saltuariamente si indigna quando, leggendo la busta paga, si rende conto del carico fiscale che sopporta; forse si indignerebbe ancora di più se conoscesse anche il costo contributivo della sua prestazione, costo che inoltre cade nel vuoto in quanto non trova un valido corrispettivo nelle prestazioni che lo Stato dovrebbe dare. Appare inoltre strano che un provvedimento del genere sia stato preso dai due ministri interessati, senza neppure sentire il parere degli altri componenti del governo. La circostanza si deduce dalla reazione del ministro dell'Industria che ha chiesto la revoca del decreto, invitando il ministro del Tesoro ad un serio ripensamento. A parte la reazione degli imprenditori e dei lavoratori dipendenti, si deve rilevare che un aumento dei contributi (che sono già i più alti della Comunità Europea) può essere assorbito solo mediante un rialzo dei prezzi ed una nuova spinta verso l'inflazione. Le misure prese riguardano l'adeguamento delle pensioni in relazione alla legge finanziaria e si è messo in piedi un meccanismo valido solo per l'anno in corso. Ci sembra che debbano ancora essere sottolineate due circostanze: la prima che il decreto pubblicato il 30 giugno sulla Gazzetta Ufficiale aumenta i contributi con decorrenza retroattiva dal 1° gennaio scorso. La seconda che esso è stato anticipato dal consiglio di amministrazione dell'Inps evidentemente dotato di facoltà divinatorie. Gianfranco Gallo Orsi

Persone citate: Gianfranco Gallo Orsi

Luoghi citati: Europa, Italia