Ruta superpremiata e supertifosa

Ruta superpremiata e supertifosa Le è stato conferito il riconoscimento per l'«impegno professionale» Ruta superpremiata e supertifosa «So fare tutto: ballare, recitare ma adoro fare interviste» MILANO. Tu devi avere una casa grandissima, altrimenti dove metti tutti i premi che hai collezionato nella tua carriera ormai lunga, anche se hai meno di 30 anni?. Maria Teresa Ruta scoppia in una schietta risata. «Li metto in cantina. Distinguo: metto in cantina quei premi che per me sono senza motivazione. Me ne danno tanti: targhette, coppette... Quelli che apprezzo li tengo nella mia cameretta di Torino dove abitano i miei o a Milano a casa mia. Questo che mi hanno appena dato, "Il premio impegno professionale" appartiene a un sodalizio milanese 1' "Accademia degli inquieti" che risale alla dominazione spagnola. L'ho messo insieme ai Telegatti, microfoni d'argento, ai premi sportivi (sono stata campionessa di mezzo fondo), a quelli di bellezza (miss mondo e miss muretto) ed anche a un premio legato al ricordo di una persona cara, Mocchi, il più affettuoso "buttafuori" del mondo dello spettacolo, che è morto subito dopo Ravera». Alla consegna dell'ultimo riconoscimento la Ruta era in buona compagnia. Con lei sono state premiate altre annunciatrici della sede di Milano che si sono impegnate nella informazione televisiva. La Ruta si è presentata senza marito. Amedeo Goria — parente alla lontana di un altro più famoso Goria — è rimasto a casa per tentare di insegnare a Guenda (sette mesi) a mangiare la pappa e a non farsi più allattare dalla mamma che è una torinese stranamente estroversa (ma il padre è romeno,la madre caprese), un passato di fotomodella, in rivista con Macario e Campanile. Primo impatto con la Rai come soubrette. Finalemente entra nell'informazione giornalistica con «La domenica sportiva» che è appena terminata. «Ma se penso che inizierà il 27 agosto e finirà l'8 luglio del 1990 per via dei campionati mondiali, svengo». Eppure non demordi, sei in partenza per Ischia per presentare una manifestazione che andrà in onda in differita su Raiuno. Ci saranno Peppino di Capri, altri cantanti e la sfilata di Egon von Furstenberg. Poi sarai a Milazzo, a Piraino, a Brindisi. Come fai con Guenda? «Non ci sono problemi, me la porto; è già stata a Parigi, a Firenze, a Roma. Ho ovunque degli amici che mi trovano una baby sitter. Io ho fiducia e mi sono sempre trovata bene». Il tuo prossimo traguardo? «Diventare giornalista professionista. Sto facendo il praticantato come direttrice di un mensile "Sì e sì... matrimoni e dintorni". Io so fare di tutto: cantare, ballare, recitare ma la cosa che più mi piace è fare interviste a ruota libera pensando alle domande che i tifosi farebbero se fossero al mio posto. Tempo fa per piacere ai tifosi mi sono persino invecchiata truccandomi troppo. Avevo l'aria da "sbarbina" e non mi avrebbero dato retta. Mia zia, che è stata la prima annunciatrice della Rai di Torino e si chiamava come me: Maria Teresa Ruta, mi incoraggiò molto in questo campo». Sei tifosa? «Da bambina fino a 9 anni tifavo per il Cagliari perché mio padre assomiglia a Gigi Riva, adesso adoro lo stile Agnelli e sono passata alla Juventus». Hai intervistato decine di campioni del pallone, possibile che mai nessuno si sia innamorato di te? «Come no. Falcao, per anni ha telefonato dal Brasile». Adele Gallotti