Menem «Argentina alzati e cammina»

Menem: «Argentina, alzati e cammina» Dal neopresidente parole di speranza, ma i prezzi dei generi alimentari raddoppiano in 24 ore Menem: «Argentina, alzati e cammina» «Basta divisioni» - «Le Malvine torneranno nostre» BUENOS AIRES. «Sacrificio, lavoro, speranza» ha promesso ieri agli argentini Carlos Saul Menem nel suo primo messaggio alla nazione, pronunciato subito dopo aver giurato come Presidente davanti al Parlamento a Camere riunite. «Non aspiro ad essere il Presidente di una fazione, di un gruppo, di un settore, di un' espressione politica — ha detto Menem con tono fermo e deciso ma anche commosso —: voglio essere il Presidente di un'Argentina unita, che la avanti nonostante le diffe.u.-.e». Il nuovo capo dello Stato ha dedicato parte del suo messaggio a spiegare e difendere la decisione di costituire un esecutivo d'unità nazionale, nel quale hanno trovato spazio non solo esponenti del suo partito, il peronista, ma anche rappresentanti di altri settori. «L'Argentina è rotta» — ha affermato Menem nel fare un breve ma drammatico, bilancio della situazione — ma ha aggiunto che «in questa storica ora comincia la ricostruzione del Paese». Anche la controversa situazione dei rapporti tra civili e militari è stata affrontata nel primo messaggio del nuovo Presidente, che non intende dar vita a confronti fra questi due settori. «L'Argentina si muove o l'Argentina muore», ha proseguito Menem, ricordando la promessa di avviare una «rivoluzione produttiva». Sarà que¬ sto lo strumento con il quale il nuovo Presidente si ripromette di sconfiggere la speculazione nella quale, ha sostenuto, si sono insabbiate negli ultimi anni tutte le possibilità di sviluppo argentino. Vestito con un impeccabile abito grigio con camicia bianca e cravatta scura (un'immagine ben diversa da quella del Caudillo dei comizi elettorali), Menem ha ricordato il tradizionale slogan di Juan Domingo Perón: «Giustizia sociale, sovranità politica e indipendenza economica», ma ha anche sottolineato che il suo è un peronismo con «imprescindibili aggiornamenti», arricchito da idee nuove. Interrotto continuamente da entusiastici applausi dei parlamentari peronisti — e in alcuni passi anche da quelli dell'Unione civica radicale di Raul Alfonsin—il nuovo presidente ha raccolto quelli più forti quando ha detto che la massima preoccupazione del suo governo sarà riconquistare la sovranità delle Falkland-Malvine. Anche l'annuncio della lotta contro la corruzione amministrativa è stato salutato da ovazioni: «Il mio sarà un governo forte ma con la forza delle idee e non della violenza, avrà autorità ma non sarà autoritario», ha detto il nuovo capo dello Stato. Le parole finali sono state quelle di un messaggio evangelico di speranza: «Argentina, alzati e cammina», che Menem ha scandito per ben tre volte. Particolare curioso, nella sua veste di leader del Senato, il fratello — senatore Eduardo Menem — ha assunto per pochi minuti la presidenza provvisoria della Repubblica, subito dopo l'accettazione da parte del Parlamento delle dimissioni presentate il 30 giugno da Raul Alfonsin. Mentre il nuovo capo di Stato s'apprestava a prestare giuramento, si è avuto un aumento generalizzato d'oltre il 100% sui prezzi dei prodotti alimentari, che in media hanno superato il 100%. Per gli argentini, la miseria si fa sempre più nera, ma i commercianti hanno volu¬ to premunirsi in vista del preannunciato piano di austerità, che scatterà da domani e prevede anche il blocco dei prezzi per 90 giorni. Il nuovo piano economico, che sarà annunciato oggi dal nuovo ministro dell'economia Miguel Roig, comprende un disegno di legge sull'emergenza economica e so¬ ciale. La cura, come ha preannunciato Menem, sarà durissima: sono preannunciati forti rincari per i combustibili e i servizi pubblici, nonché la semplificazione del sistema di riscossione delle imposte e un'altra forte svalutazione dell'austral, la moneta nazionale. [Ansa-Ap-Agi] Il neopresidente argentino Carlos Menem (a destra) con il leader del Nicaragua Daniel Ortega

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