«Niente aiuti senza riforme»

«Niente aiuti senza riforme» Il capo della Casa Bianca detta le condizioni per concedere finanziamenti «Niente aiuti senza riforme» Al vertice dei 7 un Piano Marshallper l'Est WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Questa sera, Bush incomincerà da Varsavia il suo primo, storico viaggio nell'Est europeo, nel nuovo comunismo, libero, a quanto promesso da Gorbaciov, dalla dottrina della sovranità limitata di Breznev. Il viaggio, circondato da grandi aspettative, all'apice di profondi cambiamenti, lo porterà martedì da Walesa a Danzica, la culla di Solidarnosc, e nella stessa giornata a Budapest, l'altra nuova frontiera comunista. Giovedì prossimo, lasciata l'Ungheria, Bush concluderà il viaggio a Parigi, al vertice delle sette potenze industriali, «perchè», ha detto, «questo è un viaggio nel futuro delle due Europe che gli Stati Uniti non possono compiere da soli». La Casa Bianca, che ha predisposto la partenza stamane all' alba dall'aeroporto militare di Andrews, giudica la settimana europea di Bush l'altro versante della sua visita ne' cuore della Nato della fine di - aggio. Co¬ me un mese e mezzo fa portò a Bruxelles un ardito piano di disarmo convenzionale in Europa, così ora il presidente porta a Parigi un piano a sorpresa di assistenza economica per l'Est. Non si tratta di un piano Marshall, simile a quello per la ricostruzione dell'Ovest alla fine della guerra. I principi ispiratori, ha detto Bush tre giorni fa, sono l'incentivazione a ulteriori riforme e la differenziazione nel trattamento dei vari Paesi. Il Presidente circonda il suo disegno economico del massimo riserbo, come circondò di totale segretezza quello militare. E' probabile che lo riveli in parte in Polonia, dove governo e opposizione chiedono ingenti prestiti, e in Ungheria, dove si auspica la collaborazione finanziaria con l'America. Ma il disegno completo emergerà solo al vertice dei Sette, che sarà innanzitutto il primo vertice sull'Est europeo. Nelle sue parole, Bush proporrà agli alleati «il coordinamento di grandi iniziative nei confronti dei Paesi comunisti», quindi non solo dei crediti, ma anche delle forniture di tecnologie, delle joint venture e dei commerci. L'obiettivo del Presidente è di presentare all'Europa comunista, Urss inclusa, una politica economica congiunta, come è avvenuto per quella sul disarmo. Bush concepisce l'assistenza come uno strumento di pressione: chiede in cambio che l'Est europeo si democratizzi e liberalizzi maggiormente. Più un Paese comunista si rinnoverà e più riceverà: «Invito la Germania Orientale, la Cecoslovacchia, tutti gli altri, ad adottare i modelli polacco e ungherese», ha dichiarato giovedì. Parlando ai giornalisti, Bush ha sottolineato di essere cosciente dei gravi rischi ma anche delle eccitanti prospettive che il suo viaggio potrebbe generare: «Non vado in Polonia e in Ungheria per interferire nella loro politica interna, né per scavare un solco tra l'Urss e i suoi alleati: vado per aiutarli nel cammino verso il pluralismo e lo sviluppo e per contribuire all'edificazione di un'unica e libera Europa». Il Presidente ha elogiato Jaruzelski, che incontrerà domani per primo: «In futuro dialogheremo — ha concluso — con chiunque sarà scelto a rappresentare la Polonia». Il messaggio di cui Bush si farà latore, sui binari paralleli del disarmo e del rilancio economico, turberà sicuramente una parte del Cremlino e dei suoi alleati. In un editoriale, il «New York Times» ha esortato il Presidente a evitare strumentalizzazioni, appropriandosi del monito di Gorbaciov «che la soluzione dei problemi dell'Europa non sta nello smantellamento del socialismo». Bush dovrebbe approfittare del viaggio, ha scritto il quotidiano, per proporre un summit a Gorbaciov, e approfondirne due aspetti: quello all'autonomia dei Paesi comunisti europei e quello a una riduzione delle armi nucleari tattiche come ponte verso la loro totale eliminazione. Ennio Caretta