Martinazzoli: «Io non sono disponibile» di A. M.

Martinazzoli: «Io non sono disponibile» CRISI M GOVERNO Martinazzoli: «Io non sono disponibile» ROMA. «Anch'io non sono disponibile». Mino Martinazzoli si è tirato indietro davanti a Francesco Cossiga, dopo che invano lui e Mancino avevano chiesto a Forlani di farsi avanti per l'incarico («non insistete — è stata la risposta del segretario — date l'impressione di volermi mandare a Palazzo Chigi per consumare una vendetta»). Così di quei nomi comunicati al Capo dello Stato in ordine alfabetico, in realtà, in pista ne rimaneva soltanto uno: quel gesto alla fine è stato l'ultimo via libera a Giulio Andreotti. Ma l'indisponibilità del presidente dei deputati de non è stato solo l'ultimo episodio dello scontro provocato nella de dalla tortuosa evoluzione di questa crisi. Lui, ne parla mentre si fa largo tra la folla della^stazione Termini, avvolto nella calura di un primo pomeriggio di luglio. Ha appena saputo dal Quirinale che il presi - dente pensa ad Andreotti e prende il treno che lo riporta a Brescia (ha paura dei viaggi in aereo), volgendo le spalle a Palazzo Chigi. Perchè si è tirato indietro? «Ho detto solo, come ha fatto Forìani, che non ero disponibile. E ho spiegato a Cossiga il perchè: per eccesso di ambizione e per non essere quello che mette insieme sinergicamente i rancori di De Mita e quelli di Andreotti». Ma come è andata? «Da tempo non capisco più la strategia di De Mita. E a pensarci bene, in fin dei conti, se c'è stato uno che ha aiutato Andreotti è stato lui e i suoi». Tutta questa vicenda insegna che la politica è spietata... «Non credo che la politica sia spietata. A me pare che qui tutto sia finito nel ridicolo».[a. m.]

Luoghi citati: Brescia, Roma