I ministri psi con Giglio

I ministri psi con Giglio I ministri psi con Giglio E Martelli: non incoraggio le tifoserie ROMA. Alle 13,15 di ieri Giuseppe Ciarrapico, scaltro braccio economico di Giulio Andreotti (e «supporter» finanziario del movimento popolare), varca il portone di via del Corso. Non sono passate 24 ore dal siluramento di De Mita e Ciarrapico è già nell'ufficio del segretario amministrativo del psi, Vincenzo Balzarne Dopo mezz'ora di colloquio, per uscirne euforico. «Per me Giulio è già presidente del Consiglio» è la battuta, prima di partire per Fiuggi, dove Andreotti celebra il suo festival. Ciarrapico ha buoni rapporti con il psi. Ha intrapreso iniziative editoriali con l'appoggio socialista (ha affidato «Bergamo Oggi» a Giulio Scarrone, exgiornalista dell'«Avanti!» gradito a Craxi, e sempre a lui darà il nuovo giornale «Vicenza Oggi»), ha dato una mano anche nell'organizzazione del Congresso di Milano. Insomma, è uno degli ambasciatori del divo Giulio a via del Corso. E quel sorriso mal trattenuto, è forse il segno che quel patto tra Giulio e Bettino, garantito da Arnaldo Forlani, di cui i luogotenenti del ministro degli Esteri parlano da mesi, esiste davvero. Ma Andreotti nel psi, oltre a contare su accese tifoserie, ha anche avversari. Basta il suo nome per ricreare nel partito le due fazioni, quella dei «movimentisti» e quella dei «ministeriali». Questi ultimi sono i veri «fan del Giulio». «Si attaccano a qualsiasi cosa — dice Signorile, parlando a nome dell'altro gruppo — pur di arrivare ad un accordo con la de». Andreotti, insieme con Forlani, è il punto di riferimento dell'ala socialista più attenta al rapporto con la de. Gennaro Acquaviva ne è un grande estimatore (è lui l'ufficiale di collegamento tra Craxi e il ministro degli esteri). Un debole per lui l'hanno anche Giuliano Amato e Gianni De Michelis. E se Andreotti è lo strumento per riprendere una stretta collaborazione di governo con la de, il suo nome può piacere anche a un personaggio schivo come Nicola Capria. «In fin dei conti — dice sotto forma di auspicio — ci rimane solo Andreotti». Anche Francesco Forte, responsabile economico del psi, è un grande ammiratore della «volpe», che un tempo Craxi voleva spedire «in pellicceria». «E' adatto — è la sua speranza — ma so che è perplesso: non vuole fare un governicchio». Ma questo non dovrebbe essere un problema: fatto fuori De Mita, Martelli ha subito annunciato che si può fare un governo a cinque. Ma con il vicesegretario socialista si inizia anche l'elenco dei diffidenti. All'inizio della crisi, a più di uno, il «numero due» del psi ha ricordato che con Andreotti ci sono ancora conti in sospeso. «Io — ripete oggi, marcando il distacco — scoraggio le tifoserie: il problema non è il nome, ma la politica». La sua preferenza, comunque, va ad un personaggio meno usurato, con la speranza che sia meno abile. Alla Martinazzoli, per esempio. La «freddezza» verso Andreotti cela soprattutto il timore per un abbraccio troppo stretto con la de. Quel nome potrebbe evocare l'immagine del patto di ferro con i democristiani, riducendo «l'appeal» del psi sull'elettorato di sinistra. Ne sono convinti gli altri due «mo¬ vimentisti», Rino Formica e Claudio Signorile. Il primo teorizza ancora un governo di transizione affidato a Spadolini. L'altro fa gli scongiuri contro il pentapartito. A sciogliere il rebus, come al solito, penserà Bettino Craxi. Verso Andreotti è sempre stato diffidente. Ora, prima di rimettere in circolo la «vecchia volpe» dovrà soppesare attentamente i prò e i contro. Andreotti, per lui, può essere un ottimo alleato nella guerra contro il «partito trasversale» che lo contrasta (i De Mita, i La Malfa, il pei). Il «pragmatismo» andreottiano potrebbe anche essere un buon interlocutore per ridisegnare la mappa del potere del «dopo De Mita». Ma Andreotti potrebbe rivelarsi anche un partner impegnativo e rischioso, specie se l'obiettivo di Craxi fosse il logoramento di un altro presidente de prima di elezioni anticipate in primavera. Se questa fosse la prospettiva del segretario psi, Andreotti potrebbe, col tempo, riservare qualche cattiva sorpresa. Augusto Minzòlini

Luoghi citati: Fiuggi, Milano, Roma, Vicenza