Altissimo: federazione laica o mi dimetto

Altissimo: federazione laica o mi dimetto Continua la bufera tra pri, pli e radicali mentre Galli della Loggia lascia la presidenza del comitato Altissimo: federazione laica o mi dimetto E la minoranza liberale chiede che il segretario se ne vada ROMA. Ernesto Galli della Loggia si dimette: lascia la presidenza del comitato per la federazione laica perché «da parte delle segreterie del pri e del pli, dalla cui volontà trae origine il comitato, sembra essere venuta meno la fiducia nei miei confronti». Quel «sembra», dopo le dichiarazioni di liberali e repubblicani, sunna ironico. Galli della Loggia, in un articolo su Repubblica, aveva accusato i due partiti laici per essersi mostrati troppo arrendevoli verso Craxi e li aveva invitati a star fuori dal governo. Le reazioni erano arrivate a raffica. Pli e pri, infatti, sono in pieno subbuglio, con i due segretari alle prese col dibattito interno dopo l'insuccesso alle europee, i postumi dell'effetto-Pannella, le spinte contrastanti sull'ingresso nel governo, i «filo» e gli «anti-craxiani». Galli della Lòggia paga dunque la sua intempestività con le dimissioni e la «Voce Repubblicana» ne prende atto con soddisfazione: «Si è già reso conto, a distanza di poche ore, di quanto fosse ingiusto il suo articolo e quale errore abbia commesso pensando invece di censurarlo in altri. Ormai è tardi». Ma un esponente liberale, Raffaello Morelli, ha preannunciato una lettera di solidarietà a Galli della Loggia «per trattenerlo a discutere». Ma i problemi reali dei laici si sono messi in piena luce ieri, al consiglio nazionale pli disertato dagli oppositori Biondi e Costa, che hanno annunciato un contro-consiglio domenica a Pavia (un atteggiamento non condiviso da altri esponenti della minoranza) e la richiesta di dimissioni per Altissimo. Iniziative, sottolineano i due leader, «intraprese come reazione all'intollerabile indifferenza della segreteria di fronte all'ennesima sconfitta elettorale che ha azzerato la rappresentanza del partito al Parlamento europeo. Il nostro gesto vuole risvegliare le coscienze di tanti liberali, iscritti e elettori, che hanno il diritto di essere rappresentati». Contro i due dissidenti libérali è intervenuto il presidente del partito, Mal agodi: ha scritto una lettera per criticare la loro azione sia in campagna elettorale, sia durante il consiglio, ricordando che «le due cose messe insieme danneggiano l'immagine del partito». Nell'anticamera del «parlamentino» liberale s'è visto anche Marco Pannella, eterno pomo della discordia, pronto a sostenere che Galli della Loggia ha ragione: «L'ostilità del psi è strategica: la federazione laica sarebbe una seria candidatura agli spazi laici e democratici non più coperti, purtroppo, dal psi e sarebbe un prezioso punto di riferimento per il pei». Per il leader radicale, la federazione laica dovrà avere i connotati di un vero partito: «Mi sembra che anche Altissimo sia orientato verso una forte disciplina interna, con l'incompatibilità verso altri impegni politici e organizzativi». Il segretario Altissimo, forte comunque di una larga maggioranza, è intervenuto con decisione: ha difeso la linea della segreteria, ha ripetuto che il progetto di federazione laica è valido (anche se va puntigliosamente ridefinito) ed ha concluso con una precisa opzione sul governo: «Pentapartito o elezioni anticipate». Se il consiglio nazionale, nella sua autonomia, deciderà di abbandonare il progetto di federazione laica, Altissimo è pronto «a rimettere l'onere e l'onore di guidare il partito». L'analisi del segretario è partita dall'insuccesso alle europee. I liberali hanno perso voti per cause diverse: «Il "trend" negativo nei paesi Cee; errori tecnici nella compilazione delle liste comuni; mancato apporto dei voti radicali; disaffezione degli elettori verso i partiti tradizionali; mancato apprezzamento dello sforzo di semplificazione». Quindi i rapporti con il psi, che «devono essere ricondotti, senza alcuna subalternità nel merito delle decisioni e delle iniziative». Infine i problemi posti da La Malfa, dal suo rifiuto di lasciare un seggio di Strasburgo ad un liberale: «Il segretario repubblicano sbaglia — dice Altissimo — quando afferma che un atto di amicizia verso i liberali rappresenterebbe un atto di inimicizia verso il parlamento in cui è stato eletto. Non si tratta di amicizia o inimicizia: non rendersene conto, renderebbe assai più difficile lo sviluppo di una costruttiva collaborazione fra pli e pri». [b.g.l

Persone citate: Altissimo, Craxi, Ernesto Galli Della Loggia, Galli, Galli Della Loggia, La Malfa, Marco Pannella, Raffaello Morelli

Luoghi citati: Altissimo, Pavia, Roma, Strasburgo