Corsa ad ostacoli di 15 mesi di Bruno Gianotti

Corsa ad ostacoli di 15 mesi Corsa ad ostacoli di 15 mesi Ciriaco De Mita, con i 31 ministri del suo primo governo, giura il 13 aprile 1988, alle 18. E' contemporaneamente segretario del partito e presidente del consiglio. Per trovare un accordo c'eran voluti un mese di trattative, 4 giri di consultazioni, due vertici e un programma di 200 pagine. Il patto di maggioranza non è saldo. La preoccupazione maggiore, dice De Mita, viene da Craxi: «Io so che i socialisti sono il vero partito dell'alternativa: questo è giusto, legittimo logico, nessuno glielo può impedire. Ma, allora, c'è da chiarire perchè noi e loro ci méttiamo insieme». E proprio i rapporti con il psi, alla fine, risulteranno decisivi. Come aveva previsto, giusto 15 mesi fa, il giorno del giuramento dei ministri, il quotidiano inglese «Financial Times»: «De Mita ha probabilmente davanti a sè 15 mesi prima che cominci ad accorgersi che un grosso signoro socialista con occhiali lo sta spingendo a gomitate verso la porta girevole». 19 febbraio. Si apre a Roma il 18° congresso nazionale de che segna una svolta: De Mita lascia la segreteria dopo 7 anni e 2 investiture. Rimane presidente del partito. La poltrona di piazza del Gesù che per due volte era stata della sinistra de passa a Arnaldo Forlani, padre del «grande centro» insieme con Antonio Gava, definito da Bettino Craxi un «amico personale». 13 maggio. A Rimini è in pieno svolgimento il congresso pri. A Milano comincia l'assise socialista e i segnali di crisi diventano sempre più chiari. Visentini parla di governo a guida laica. De Mita gli dà del «rimbambito». Craxi si limita a chiedere una verifica di maggioranza e Forlani è d'accordo: «Il governo non cadrà prima delle europee». 19 maggio. Le spallate del psi contro il governo sono state violente. Formica ha detto senza mezzi termini che esistono tutte le ragioni per un cambiamento. Martelli ha sintetizzato: «Governo al capolinea, devono scendere tutti»). De Mita ha constatato: «Non so più chi siano i miei alleati». Craxi dà il colpo di grazia: rimprovera al presidente del consiglio di aver interferito' nei convegni pri e psi, di aver definito Visentini «rimbambito». Ricorda che pli e pri hanno già preso le distanze dalle scelte del governo e conclude: «La crisi è già stata dichiarata da De Mita, quando disse di non sapere chi erano i suoi alleati». Repubblicani, liberali e socialdemocratici non condividono l'analisi del segretario socialista, ma De Mita torna al Quirinale, questa volta per rassegnare le dimissioni. In casa de le reazioni sono diverse. Euforici gli andreottiani, il ministro degli Esteri commenta: «Quando un matrimonio si rompe, la colpa è di entrambi i coniugi». Forlani: «Le ambiguità degli alleati hanno prodotto il botto finale». 26 maggio. Cossiga affida un mandato esplorativo al presidente del Senato, Spadolini. Quattro giorni prima, il Presidente della Repubblica aveva iniziato i colloqui con le delegazioni dei partiti e Forlani aveva indicato De Mita. 10 giugno — Spadolini conclude il primo giro di consultazio- ni. Il giorno successivo riferirà i risultati a Cossiga, mentre in Sardegna si vota per il rinnovo del consiglio regionale e di alcuni consigli comunali. De e psi chiedono un prolungamento dell'esplorazione. 13 giugno — Cossiga affida l'incarico a De Mita che, prima di cominciare gli incontri, attende l'esito delle elezioni europee. Il 28 e 29 riceve le delegazioni del pentapartito, mentre Craxi chiede spiegazioni sulla consistenza e gli obiettivi dell'accordo pri-pli che hanno costituito una lista comune inserendo il radicale Pannella. 1° luglio — Cominciano gli incontri paralleli. De Mita e Forlani incontrano La Malfa, Altissimo e Craxi. Le spiegazioni non sono ritenute sufficienti: il 6 luglio, ieri, la riunione della segreteria de, l'ultimo colloquio Forlani-Craxi e le dimissioni. Bruno Gianotti Cossiga allarga le braccia: la crisi non si risolve

Luoghi citati: Milano, Rimini, Roma, Sardegna