Posillipo vince la scommessa

Posillipo vince la scommessa PALLANUOTO A sorpresa i napoletani soffiano lo scudetto ai miliardari del Pescara Posillipo vince la scommessa Con tre coppie di fratelli terribili I miracoli, a Napoli, non finiscono mai. Entra di diritto in tale categoria lo scudetto '89 di pallanuoto, ghermito martedì sera dal Posillipo alla corazzata Pescara. L'infinita storia di Davide contro Golia si ripete: e stavolta il Davide di turno parla il dialetto di Eduardo e Totò. Alla vigilia delle partite-scudetto non si trovava chi avrebbe scommesso una lira sui partenopei che non avevano fatto molto per convincere: sesti nella regular season per di più grazie agli spareggi, avevano sì eliminato Canottieri e Recco nei primi due turni dei playoff, ma davanti alla maxisquadra abruzzese facevano la figura dei nani. Il primo colpo alla sicurezza del Pescara è arrivato dal suo stesso tecnico. Ivo Trumbic era da tempo mal sopportato da una squadra con troppi generali e pochi soldati. MaradonaEstiarte contro Bianchi-Trumbic? Qualcosa di simile. E lo slavo, dopo le prime due sfide (perse) con il Posillipo, si è reso irreperibile. La corazzata costruita in Abruzzo da quel Pomilio che è probabilmente il maggior artefice delle fortune pescaresi, cominciava a scricchiolare. Malumori e tensioni, ben assorbite durante l'anno a forza di vittorie,' venivano fuori con veemenza dopo il secondo ko, deciso da un'infinita serie di i ri di rigore, maturato nel tempio di casa, le Najadi. La società ha cercato di mascherare il momento difficile, ha affidato la squadra ufficialmente al giocatore-allenatore Rapini, minimizzando la fuga di Trumbic. Ma è stata subito anarchia, e la vittoria nel terzo incontro è stata più canto del cigno che riscossa vera. Il Posillipo anema e core aspettava al varco della sua Scandone, martedì sera, l'armata nemica. Neppure una contestata squalifica, quella che ha visto gli uomini di Cacace privati del loro straniero, il fortissimo Gyorgy Gerendas, ha bloccato il Posillipo. Sotto i colpi di Pino e Francesco Porzio, di Stefano e Antonello Postiglione, di Massimo e Paolo Fiorentino, tre coppie di fratelli terribili, cadevano i generali abruzzesi. Niente da fare per il Pescara e soprattutto per il «traditore» Fiorillo, passato nove mesi fa alla corte del Pescara. Il denaro, si sa, nella vita non è tutto. E allora capita anche che il Posillipo si confermi campione nella stagione più difficile, che oltre a Fiorillo, aveva perso il guru della panchina, De Crescenzo. Ma l'umile Cacace si è dimostrato più che mai all'altezza. Il resto lo hanno fatto il grande cuore di Napoli e dei suoi ragazzi. Roberto Baglietto Mario Fiorillo. L'ex del Posillipo è il grande sconfitto delle finali scudetto