Magici tocchi di McEnroe

Magici tocchi di McEnroe Nel torneo di Wimbledon si qualificano perle semifinali anche Becker, Lendl (a suon di ace) ed Edberg Magici tocchi di McEnroe Wilanderperde la guerra dei nervi LONDRA DAL NOSTRO INVIATO McEnroe fa sul serio. Ha visto giusto nel concentrare tutti i suoi sforzi sul torneo di Wimbledon. Quel furbone di Ion Tiriac lo aveva già detto lo scorso anno: «Fossi John punterei tutti i miei sforzi su Wimbledon preparandolo al meglio. Con il suo servizio, con la sua volèe, può ancora vincere un torneo del Grande Slam, ma non sulla terra o sul cemento dove si fatica di più e la potenza ha un valore maggiore». «Mac» invece voleva riuscire a vincere anche a Parigi dove nel 1984, sconfitto in finale da Lendl, era incominciata la sua crisi. Ma al Roland Garros ancora una volta Lendl gli sbarrava la strada, umiliandolo dopo il primo set. Quest'anno la decisione giusta. Niente terra battuta, obbiettivo primario Wimbledon. E John ha conquistato ieri l'accesso alla semifinale battendo in quattro set Mats Wilander. A Wimbledon McEnroe non incontrava più uno svedese da quando aveva negato a Bjorn Borg la sesta vittoria consecutiva nel 1981. Ieri aveva di fronte l'erede, un avversario che ha sempre rispettato e con il quale ha uno dei pochi rapporti di vera amicizia. Forse proprio per questo, Mac è rimasto sempre tranquillo in campo, non ha mai dato in escandescenze. Non è stata una grandissima partita, ma quasi quattro ore (3 ore e 52 minuti) di gioco molto intenso e di elevato contenuto emotivo, che testimoniavano dell'importanza che i due rivali ponevano nella sfida. Ma l'elevato numero di break (17) dice pure che il servizio di John e Mats non è stato sempre efficace. I due temevano le rispettive risposte e pertanto cercavano di forzare la battuta, finendo per incappare in una lunga serie di doppi falli (8 McEnroe e 6 ace, 5 Wilander e 4 ace). Nei momenti critici, McEnroe ha dimostrato di non aver perso la sensibilità fatata del suo polso mancino. Dalla sua racchetta sono partite micidiali volèe, fantastici passanti, come otto anni fa quando mise fine alla dittatura di Borg in quattro set. Ma non certo il continuo e pirotecnico gioco offerto nel 1983 e nell'84 quando aveva vinto surclassando in finale Chris Lewis e Jimmy Connors. Stavolta lo spettacolo non esaltante ha finito per annoiare anche lady Diana per la prima volta presente nel «royal box», insieme alla cognata Sara Fergusson, che allo scoccare della terza ora di gioco se ne tornava a casa. Che non era stata una partita magistrale lo riconosceva lo stesso McEnroe dopo la vittoria: «Eravamo tutti e due molto tesi, ma lui lo era di più. E' stata una partita giocata quasi esclusivamente di testa. Per me si tratta della vittoria più sofferta dell'anno dopo la partita vinta contro Ivan Lendl nella semifinale di Dallas». Wilander era distrutto: «Sono stato sempre vicinissimo a Mac. Ma lui ha vinto ed io ho perso. Merito di John che non ha mai mollato di un pizzico. Una concentrazione mostruosa». Sperava di riscattare sull'erba le delusioni dei primi sei mesi dell'armo, ma non ci è riuscito. Primo set per McEnroe deciso al tie-break dopo aver annullato un set-point allo svedese. Secondo perso per carenza di concentrazione. La vera svolta del match nel terzo set. Scappa Wilander ma sul 2-0 manca tre palle per infliggere al rivale il secondo break del set, McEnroe si riprende e nel sesto gioco gela il rivale con le volèe ed i passanti di un tempo. Per vincere Wimbledon '89 bisognerà fare ancora i conti con lui. Vittorie in tre set per Lendl e Becker contro gli outsider delle semifinali. Più sudata (2 ore e 10 minuti) quella del cecoslovacco che ha avuto bisogno di due tie-break prima di dilagare nel terzo set malgrado Dan Goldie avesse riportato il giorno prima in allenamento contro l'inglese Bates uno stiramento al bicipite femorale superiore della coscia sinistra. Malgrado 11 rivale menomato, Lendl si è dovuto affidare soprattutto al servizio, ben 21 aces. E' la testimonianza che l'erba per Ivan non sarà mai molto verde. Solo una seduta di allenamento (un'ora e 33 minuti) invece per Boris Becker contro Paul Chamberlin, già troppe volte baciato in fronte dalla fortuna che nei primi quattro turni non gli aveva fato incontrare non solo nessuna testa di serie ma nemmeno uno dei primi 100 giocatori del mondo. Solo a tarda sera McEnroe conosceva l'avversario della semifinale. Tim Mayotte ha infatto sveramente impegnato per i primi due set il campione uscente Stefan Edberg che solo al tie-break è riuscito a domare la resistenza dell'americano che non ha mai perso il servizio. Mayotte ha perso la partita solo al secondo serratissimo tie-break quando l'arbitro ha corretto una chiamata del giudice su di una battuta dello svedese data fuori. Era un testa a testa di set-point che Edberg si è aggiudicato alla quinta palla utile dopo averne annullate quattro del rivale che perse le staffe ha poi subito un break ad inizio del terzo set. Oggi semifinali femminili con Graf-Evert e NavratilovaLindqvist. Scontata la presenza delle prime tre, soprendente quella della ventiseienne svedese, n. 25 Wita. Steffi Graf appare favoritissima contro Chris Evert (7-6 per la tedesca i precedenti, ma Chris ha perso le ultime sette sfide); più aperto il match fra Navratilova e Lindqvist anche se nelle precedenti undici sfide Martina ha concesso solo due set alla rivale. Rino Cacioppo McEnroe superstar. L'americano, sempre più sicuro, continua la sua marcia vittoriosa nel torneo di Wimbledon

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