Cee sui giapponesi è battaglia di Fabio Galvano

Cee, sui giapponesi è battaglia Scontro sull'auto tra liberisti e protezionisti, Delors evita la spaccatura Cee, sui giapponesi è battaglia Domani Bangemann vede Agnelli a Torino BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Auto europea e pericolo giallo, la battaglia divampa. La Commissione Cee, spaccata sul documento che dovrà servire da guida nell'Europa senza frontiere del 1993, rilancerà oggi un dibattito che il suo nucleo liberista — i tre commissari favorevoli all'abolizione di ogni barriera protezionistica nei confronti della minaccia giapponese — aveva cercato di affossare o, peggio, di dare per risolto. Il presidente Jacques Delors ha infatti deciso di riprendere entro la fine del mese il dibattito strategico d'insieme; e già oggi si faranno sentire le voci del dissenso nei confronti di una politica troppo arrendevole nei confronti di Tokyo. Alla riunione settimanale dell'esecutivo, infatti, il commissario Carlo Ripa di Meana rilancerà la difesa dell'industria europea; e parallelamente si riunirà una commissione ad hoc, dove lo stesso Delors cercherà di mitigare lo slancio dei tre liberisti. L'esito di questi due incontri è cruciale. Ne dipenderà il mandato morale con cui Martin Bangemann, il commissario tedesco responsabile del dossier, affronterà domani e venerdì a Torino, prima con il presidente della Fiat Giovanni Agnelli e poi con l'amministratore delegato Cesare Romiti, la seconda tappa del suo tour europeo volto a sondare la posizione dell'industria. Bangemann, che in un discorso pronunciato ieri a Londra davanti ai quadri della Cbi — la confìndustria britannica — ha ribadito le tesi del liberismo, potrebbe incontrare durante la sua visita torinese anche il ministro per il Commercio estero, Renato Ruggiero. Per ora il massimo riserbo avvolge i suoi contatti londinesi; e ci si domanda con quale mandato, nella faticosa marcia che consiste nel definire l'assetto del settore automobilistico dopo il completamento del mercato interno, egli potrà proseguire e concludere il giro europeo. C'è infatti una convergenza di fondo sul fatto che la realizzazione dell'Europa senza frontiere significherà la fine delle limitazioni nazionali all'export giapponese, oggi molto rigorose in Italia, Francia e Spagna. Ma ci sono divergenze sui tempi e sui modi dell'apertura del mercato comunitario, che dovrebbe essere preceduta da un periodo transitorio di regolamentazione Cee. L'industria chiede quat¬ tro o cinque anni, Bangemann sarebbe disposto a concordarle un anno di respiro. E sarà questo — oltre alla questione del contenuto locale nelle fabbriche che i giapponesi intendono avviare in Europa — uno dei maggiori motivi di discussione nel corso dei suoi contatti, oltre che nelle due riunioni di oggi. Ma ce ne sarà anche un altro. Alcuni diplomatici, che avevano ascoltato il rapporto fatto da Bangemann il 21 giugno ai ministri dell'Industria dei Dodici, manifestano sorpresa e stupore per il comportamento del commissario tedesco. Dice uno di essi: «Egli sembra preoccuparsi più di aprire il mercato europeo al Giappone che di riequilibrare il deficit commerciale della Cee nei confronti del Giappone». Nel tirare le conclusioni di quell'incontro, il presidente di turno — lo spagnolo Claudio Aranzadi — aveva constatato «divergenze di interessi» fra i partner, indicando la necessità di «procedere a un approfondimento più sistematico»; e in particolare due delegazioni — Francia e Italia — avevano indicato il loro disappunto. Ci si interroga quindi allarmati, a Bruxelles, sulla fuga in avanti del commissario: privo di qualsiasi mandato della stessa com¬ missione o dei ministri Cee, come può avviare trattative? E quello, forse, il punto di maggior debolezza dei liberisti, che oltre a Bangemann (responsabile dell'industria) comprendono l'olandese Frans Andriessen (relazioni esterne) e l'inglese Sir Leon Brittan (concorrenza). Dopo la prima discussione del dossier auto, che il 31 maggio aveva registrato la spaccatura dell'esecutivo comunitario, essi hanno preferito comportarsi come se disponessero di elementi sufficienti per avviare i loro contatti. Ripa di Meana darà voce alle perplessità sue e di altri commissari. Il vero problema, tuttavia, è che nel comitato a cinque sono fievoli le possibilità che la tendenza liberista venga sostanzialmente corretta; anche perché il peso di Bangemann, Andriessen e Brittan dovrebbe prevalere su quello moderatore di Delors (favorevole a una maggiore prudenza, ma non a costo di essere messo in minoranza) e dell'altro commissario italiano, Filippo Maria Pandolfi, che però vede il problema essenzialmente dal punto di vista della ricerca e delle tecnologie avanzate. Fabio Galvano DOVE NASCE L'AUTO GIALLA 44.0 QUOTE DI MERCATO DELLE AUTO GIAPPONESI IN EUROPA NEL 1988 (IN PERCENTUALE) DAIHATSU 100.000