«Fumatori di tutta l'America unitevi»

«Fumatori di tutta l'America, unitevi» Referendum, petizioni, proteste: dal Nuovo Messico al Minnesota scoppiano «rivolte» contro i Parlamenti e i governatori proibizionisti «Fumatori di tutta l'America, unitevi» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Fumatori di tutto il mondo, unitevi». Con questo slogan, la scorsa settimana, Joseph Andrea, un abitante di Albuquerque, nel Nuovo Messico, ha guidato la prima rivolta popolare americana contro le leggi sempre più numerose che vietano il fumo. Andrea, un italo-americano, ha ottenuto un numero sufficiente di firme per un referendum sulla destituzione dell'assessore comunale alla Sanità. L'assessore, Peter Williams, voleva bandire le sigarette da tutti i luoghi pubblici, anche all'aperto: se il referendum avrà successo dovrà andarsene, e la proposta, che nel frattempo rimarrà in sospeso, non verrà di certo rispolverata dal successore. Le rivolte di questo tipo sono come le ciliegie: una seconda è subito scoppiata nell'Utah. I fumatori hanno querelato il Parlamento e il governatore locali che avevano messo al bando le macchinette automatiche per la vendita di sigarette. Venerdì scorso un tribunale federale ha bloccato; temporaneamente la legge, e adesso i fumatori dell'Utah stanno raccogliendo le firme per un referendum abrogativo. Di fronte alla loro presa di posizione, si sono fermati il Parlamento e il governatore del Minnesota, che volevano proibire le macchinette: ridiscuteranno il disegno di legge. A Los Angeles invece i fumatori si stanno organizzando per boicottare i ristoranti e i cinema che vietano il fumo, anziché limitarlo a una zona del locale. Hanno messo inserzioni su radio-tv e sui giornali e si sono rivolti all'Associazione dei diritti civili. Un gruppo ha denunciato anche le linee aeree che sui voli brevi, meno di due ore e mezzo, non permettono di fumare. E ha suggerito che i passeggeri che fumano inscenino una singolare protesta: chiedano di essere riportati a terra, per consumare la loro sigaretta. Tattiche analoghe sono suggerite ai passeggeri dei treni p degli au¬ tobus. E' stata un'ondata di nuove leggi e regolamenti a scatenare la rivolta dei fumatori americani. Negli Usa molte autorità locali introducono le nuove normative il 1° luglio anziché il 1° gennaio. Nel Wisconsin, per esempio, hanno appena fatto quanto il Minnesota ha pensato bene di rinviare: hanno tolto dalla circolazione le macchinette automatiche per le sigarette, sostenendo che se ne servono soprattutto i minori. Nel New Hampshire, le autorità hanno invece imposto una nuova tassa, il 5 per cento del prezzo. L'Indiana medita addirittura di togliere temporaneamente la patente al minore che fuma, come fa già per il minore che beve. I nuovi attacchi alla libertà di fumare hanno fatto temere ai fumatori di decadere a cittadini di serie B. Essi inoltre sono discriminati a livello sociale. E' un vero paradosso: a un ricevimento o a una cena chi accende una sigaretta provoca occhiate di disgusto e mormorio di proteste, mentre chi si ubriaca o, peggio, prende droga, è trattato normalmente. La campagna antifumo del governo ha raggiunto un'intensità tale che la disapprovazione è istantanea: i fumatori si chiedono perché essa non sia così efficace anche nelle sue campagne contro la criminalità e contro la droga che costituiscono piaghe ben più gravi. L'esito del braccio di ferro tra le autorità e i fumatori finirà per creare un precedente importante nella giurisprudenza americana sui diritti civili. E influenzerà senza dubbio l'esito di un'altra battaglia che si sta delincando: questa volta sugli alcolici. Negli Stati Uniti è entrato in vigore per le bottiglie di vino, whisky, eccetera, lo stesso regolamento già in vigore per i pacchetti di sigarette: devono recare una scritta che specifichi quali sostanze nocive contengono e che ammonisca che sono dannose alla salute. Cresce la paura del neo-proibizionismo. -, [e. c.) *1

Persone citate: Joseph Andrea, Peter Williams