Blitz alla Bastiglia

Blitz alla Bastiglia Blitz alla Bastiglia «Bagno di folla» anche perRaissa gfPARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alle 17,40, sotto un cielo che minaccia pioggia, il corteo di automobili scure entra nella piazza. Ancora prima che i motociclisti di scorta mettano il piede a terra, partono gli applausi e un coro di «Gorbi, Gorbi». Il «bagno di folla» di Michail Gorbaciov in piazza della Bastiglia è cominciato così, con un'ora e dieci minuti di ritardo sull'orario previsto che ha provocato qualche defezione tra il pubblico meno entusiasta o meno curioso di vedere dal vivo il paladino della perestrqjka. Forse il capo del Cremlino si attendeva qualche cosa di più. Ma gli applausi delle cinque o seimila persone trattenute dalle transenne metaniche, che la polizia non ha voluto per alcun motivo aprire, erano forti e sinceri. Gorbaciov, il «grande comunicatore», ha ritrovato il sorrise che negli altri appuntamenti della prima giornata del vertice, fino ad allora, gli era man- cato. Ma anche il tanto atteso «bagno di folla» ha avuto momenti convulsi. Le centinaia di fotografi e di operatori, che grazie ai lasciapassare avevano superato le transenne, hanno letteralmente circondato Gorbaciov e i ministri degli Esteri Dumas e Shevardnadze. Li hanno «sequestrati» spingendoli al centro della piazza e lontano dalle centinaia di mani che si allungavano dietro gli sbarramenti di sicurezza. Così, davanti all'ingresso del nuovo teatro dell'Opera (la visita all'«Opéra-Bastille» che sarà inaugurata per il Bicentenario della Rivoluzione era il motivo ufficiale dell'incursione pub- blica), Gorbaciov è stato letteralmente isolato da ogni contatto con le gente per almeno cinque minuti. Tanto che, prima di lasciare la Bastiglia, ha ideato una specie di «blitz». Ha fatto fermare la sua auto esattamente dall'altra parte della grande piazza, sotto la «colonna di luglio» sormontata dal «genie de la libertà». E qui, finalmente, ha stretto decine di mani. Si è lasciato fotografare dai turisti che si erano mischiati in buon numero ai parigini. Ha lanciato saluti con gesti ampi delle braccia senza mai alzare il pugno chiuso come vuole la tradizione comunista. Al fianco di Michail Gorbaciov, a contendergli i sorrisi e gli applausi della folla, c'era naturalmente Raissa. La «prima donna» del Cremlino era arrivata in piazza della Bastiglia direttamente dalla sede di Francia-Urss. Quella all'associazione di amicizia era stata una visita dai contorni molto formali che ha rappresentato il primo degli «appuntamenti separati» previsti dal programma per occupare il tempo della signora Gorbaciov mentre il marito è impegnato nei colloqui politici. Oggi Raissa, che nell'85 visitò la casa di mode Saint Laurent, si dedicherà al museo Rodin e alla piramide del Louvre. In margine al summit francorusso non poteva mancare una polemica. Oggetto: le due pistole usate nel duello in cui lo scrittore Alexander Pushkin fu ucciso a San Pietroburgo, nel gennaio 1837, da un ufficiale dell'esercito francese. Le pistole si trovavano nel museo di Amboise, ma Mitterrand le ha fatte prelevare per donarle a Gorbaciov. Immediata la protesta di Michel Debré, ex primo ministro di Charles de Gaulle. Secondo Debré il regalo per il capo del Cremlino è né più né meno il «frutto di un furto ai danni dello Stato». L'Eliseo ha fatto sapere che le pistole finiranno tra i beni del museo dell'Ermitage di Leningrado e che scambi di questo genere tra musei non hanno nulla di scandaloso, [e. s.l

Luoghi citati: San Pietroburgo