Nasce la resistenza cinese all'estero

Nasce la resisfema cinese all'estero D l Due leader fuoriusciti del movimento per la democrazia lanciano un proclama da Parigi Nasce la resisfema cinese all'estero L appello agli oppositori diDeng ritrovare l'unità d'azione HONG KONG DAL NOSTRO INVIATO A un mese dal massacro, i sopravvissuti della Tienanmen scampati alla caccia riparando all'estero, lanciano il proclama della resistenza. Yan Jiaqi, capofila degli intellettuali, e Wuer Kaixi, leader degli studenti, hanno diffuso ieri a Parigi una dichiarazione di azione politica, rinnovando l'unione che si era verificata nei giorni precedenti il massacro. L'appello a tutti i connazionali che non vogliono rinunciare al sogno della democrazia è contenuto in una videocassetta trasmessa dalla rete televisiva francese «Antenne 2». «Il silenzio che è calato sulla Cina è il segnale dell'arrivo di un'altra e ancora più grande bufera», recita la dichiarazione, nella quale vengono stabiliti alcuni punti su cui si concentra l'unità di azione tra l'Unione autonoma degli studenti di Pechino e l'Associazione degli intellettuali pechinesi di cui entrambi sono rappresentanti. Gli studenti invitano a lanciare una coalizione denominata «Fondazione nazionale degli studenti cinesi e del movimento per la democrazia» e a fissare per il 12 settembre, centesimo Eorno successivo al massacro, ricorrenza in cui tenere «cerimonie in tutto il mondo alla stessa ora per i cinesi che furono uccisi o feriti il 4 giugno». L'appello prosegue sollecitando la promozione in tutto il mondo di una campagna per conferire il Premio Nobel per la pace alla memoria dei cittadini e degli studenti cinesi e pechinesi vittime della repressione, nel ricordo «delle anime sperdute sulla piazza Tienanmen», e propone l'istituzione del 4 giugno come «giorno nazionale di lutto perla Cina». Il manifesto,, improntato ai princìpi della nonviolenza che hanno informato l'occupazione pacifica di piazza Tienanmen, condanna il famoso detto di Mao Zedong, secondo cui «il potere politico sboccia dalla canna del fucile»;. Gli studenti fuoriusciti affermano: «La violenza non può portare la Cina a vera libertà e democrazia», e aggiungono: «Il movimento per la democrazia è straripato come il fiume Giallo. Attualmente la Cina è avvolta nel silenzio, ma questo significa che sta covando una nuova e più forte tem- Eesta. Nonostante il terrore ianco senza precedenti, il movimento per la democrazia è ancora vivo, e resta la pagina più gloriosa della storia moderna cmese». Il programma di unità d'azione è stato lanciato da Parigi, dove i rappresentanti degli studenti e degli intellettuali hanno trovato rifugio. Sono riusciti ad arrivarvi dopo essere fuggiti dalla Cina grazie a vie ed aiuti misteriosi. Nella capitale francese sarebbero al sicuro all'interno dell'ambasciata degli Stati Uniti. Si sa che la Francia quietamente ha svolto un ruolo di primo piano nell'azione di salvataggio di molti degli esponenti del movimento democratico. Nella dichiarazione resa nota ieri gli esponenti della resistenza rilevano che la repressione del 4 giugno è stato il punto culminante di una campagna del potere contro ogni contaminazione e liberalizzazione borghese: «Questa tendenza dimostra la determinazione delle autorità di Pechino a tenere in piedi una dittatura neostalinista». Perciò l'Unione Sovietica e gli altri Paesi del blocco socialista ora impegnati nelle riforme e nella democratizzazione dovrebbero «riflettere profondamente» sull'esperienza cine- . [f. m.)

Persone citate: Mao Zedong