Kohl a Varsavia, un viaggio «costoso» di Alfredo Venturi
Kohl a Varsavia, un viaggio «costoso» BONN I polacchi premono per avere più aiuti economici, la visita slitta a settembre Kohl a Varsavia, un viaggio «costoso» Ma in Germania anche la destra frena il dialogo BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Polonia attende due importanti visitatori tedeschi: ma sui modi e sui tempi di queste missioni ancora non c'è accordo fra Bonn e Varsavia. Il cancelliere Helmut Kohl doveva visitare il vicino orientale questo mese di luglio: ma il viaggio è rinviato ai primi di settembre. Ai primi ma non al primo, cinquantesimo anniversario dell'attacco nazista alla Polonia che diedi inizio alla seconda guerra mondiale. Proprio quel giorno il presidente federale Richard von Weizsaecker, che partecipò all'invasione, avrebbe desiderato sbarcare a Varsavia. Sarebbe stata una scelta carica di significato: e avrebbe offerto al capo dello Stato una potente occasione retorica. Ma due elementi, uno polacco e l'altro tedesco, congiurano a complicare le cose, il primo discende da considerazioni molto pratiche, precisamente dalla convinzione che alla Repubblica Federale, il più importante interlocutore commerciale della Polonia, tocchi un ruolo essenziale nel quadro degli aiuti economici e finanziari che Varsavia si attende dall'Occidente. Le offerte tedesche a quanto pare non sono tali da soddisfare i polacchi, il cui premier Rakowski è stato a Bonn nel gennaio scorso. Come ha detto in un'intervista Richard Wojna, alto dirigente del partito di Jaruzelski, Bonn esercita una funzione di freno. Sull'importanza del ruolo tedesco, soprattutto in rapporto alla rinegoziazione del debito polacco, concorda anche Volker Ruehe, esperto di relazioni internazionali della Cdu. Secondo Ruehe, del resto, sono soltanto alcuni dettagli che stanno ritardando la definizio¬ ne del viaggio del Cancelliere. Quei dettagli stanno impegnando da settimane Horst Teltschik, consigliere diplomatico di Kohl, e il negoziatore polacco Ernest Kucza. Come osserva Teltschik, una precondizione per completare la trattativa è anche l'entrata in esercizio di un nuovo governo a Varsavia. Come si diceva ci sono anche fattori tedeschi a ritardare l'intesa Bonn-Varsavia sul viaggio del Cancelliere. Si tratta precisamente di pressioni della destra: sia di quella interna alla coalizione, sia di quella che preme dall'esterno. Per esempio attraverso il neonazionalismo Republikaner o le potenti organizzazioni dei profughi. Costoro si sono prima di tutto opposti al viaggio di Weizsaecker il primo settembre: coincidenza che avrebbe il torto di riproporre quella responsabilità morale che la destra, come si sa, preferisce rimuovere piuttosto che coltivare. Un'altro punto riguarda l'inclusione nell'agenda della condizione dei tedeschi di Slesia. Alla vigilia di una grande assemblea dei profughi slesiani a Hannover il loro presidente, Herbert Hunka, ha chiesto a Kohl che pretenda dalla Polonia il riconoscimento della minoranza tedesca. Hunka è andato anche oltre: ha parlato di polonizzazione forzata dei tedeschi, e ha auspicato per «noi o la prossima generazione» la meta di una «unità nella libertà». Commentando le esitazioni governative sui rapporti con la Polonia un esperto Spd, Karsten Voigt, lamenta l'influsso sulla politica estera di Bonn di «una corrente radicale di destra relativamente esigua». Alfredo Venturi
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